Todo Modo
Todo Modo era uno dei grandissimi scomparsi dalla circolazione, perché dal tempo dell’uscita in sala nel 1976 nell’aprile del 1976, sembrava essersi volatilizzato, eccezion fatta per un paio di passaggi televisivi tra anni Ottanta e Novanta. Mai beneficiato di una edizione home video, né in Italia né all’estero: un vero e proprio film fantasma, non si sa se per quelle insondabili ragioni che spesso si collegano alla tradizione delle pellicole rare o perché il contenuto, dopo il caso Moro, costituì un incentivo all’oblio. Fatto sta che finalmente grazie alla Mustang, alla CG Home video e alla Cineteca di Bologna che ne hanno curato il restuaro, l’opera che forse non è azzardato definire “maledetta” di Elio Petri torna nella disponibilità degli spettatori. Di quelli che lo conoscevano e di coloro che invece non hanno mai visto ed è auspicabile pongano in fretta rimedio alla lacuna.
L’edizione è davvero ottima, grazie al restauro che ha mantenuto, senza stuprarla come spessissimo accade, luminosità e colorimetria della fotografia del compianto Luigi Kuveiller, tutta giocata sul contrasto tra i visi degli interpreti e le tonalità cupe e ctonie del luogo sotterraneo in cui si ambienta la storia. Gli extra, curati da Umberto Rondi, giornalista figlio del regista Brunello, sono quattro interviste ai registi Marco Bellocchio e Giuliano Montaldo e ai docenti universitari, contemporaneisti, Giovanni De Luna e Agostino Giovagnoli che inquadrano il film nella temperie del periodo. Diciamo che si tratta di acquisto che ciascuno dovrebbe prima o poi fare.