Intervista a Erwin C. Dietrich
Un nome che apre immediatamente, al solo pronunciarlo, un intero mondo agli appassionati di cinema exploitation e, specialmente, sexploitation
Il nome di Erwin C. Dietrich apre immediatamente, al solo pronunciarlo, un intero mondo agli appassionati di cinema exploitation e, specialmente, sexploitation. Dietrich è stato, tra le altre cose, il produttore di una ventina dei maggiori film di Jess Franco e ha lavorato spesso anche con gli italiani, basti ricordare i war-movies girati per lui da Antonio Margheriti negli anni Ottanta. La sua avventurosa storia nel cinema comincia fin da piccolo, quando vide un film di Tarzan in un piccolo cineclub nei pressi di San Gallo in Svizzera…Ecco l’intervista a Erwin C. Dietrich.
Da bambino che tipo di film ti piacevano? Sei sempre stato attratto dal cinema?
Sono nato in una piccola città svizzera, nel 1930. Lì vicino la Nestlé, la famosa industria cioccolatiera, aveva un cineclub che si chiamava Fip-Fop-Club, dove ti facevano entrare semplicemente comprando dei bon bon di cioccolato. Questo cineclub non aveva limitazioni di età, ed è lì che ho visto il mio primissimo film… avrò avuto sei o sette anni: era il Tarzan, con Johnny Weissmüller. Non c’erano molti dialoghi, anche se era già un film parlato. Ma mi colpì tantissimo. E io lì seppi, con sicurezza, che avrei dedicato la mia vita ai film e al cinema.
Com’era il mercato del cinema in Germania dopo la Guerra?
Finita la Seconda Guerra Mondiale, non c’erano scuole di cinema. Dopo gli studi di ingegneria tessile a San Gallo sono andato a Zurigo, per iscrivermi a una scuola di recitazione che aveva appena aperto. Cominciai ad apparire in piccoli filmati pubblicitari realizzati dalla Central Film, che furono notati; lo facevo, però, all’insaputa della scuola così, dopo due anni, sono stato espulso. L’industria cinematografica tedesca non era molto attiva, a differenza dell’Italia che realizzava diverse produzioni, di genere neorealista. Per esempio, Germania anno zero di Roberto Rossellini, che aveva come protagonista un giovane attore tedesco che si chiamava Kruger. Dopo il film, questo Kruger ha visitato la mia scuola di recitazione e siamo diventati amici .
Com’è che sei finito a produrre film professionalmente?
Io ero un ingegnere tessile che aveva preso lezioni di recitazione. Grazie ai piccoli lavori pubblicitari che avevo fatto, riuscivo a distinguere tra un macinacaffè e una macchina fotografica e conoscevo il business legato a un film. Sapevo come leggere e valutare una sceneggiatura e mi ero abbonato alla prima rivista di cinema tedesco Der neue Film. Mi misi a pensare a quello che in un film poteva fare felice il pubblico, nelle quattro zone di occupazione dell’Austria, e così ho concluso che i requisiti essenziali erano quattro: doveva essere un film austriaco, vi doveva apparire il famoso Wiener Sängerknaben (una sala per concerti viennese, ndr), dovevano esserci i cavalli lipizzani e la bionda Marianderl Waltraud Haas, una celebre attrice del tempo. Così, basandomi sul romanzo Azengrubers ho scritto la sceneggiatura di Der Pfarrer von Kirchfeld. Poi sono andato in Germania e ho trovato un produttore associato nella Kopp Verleih. Mi hanno fatto anche recitare nel film, in un ruolo principale. Ma dopo avere girato alcuni provini con Waltraud Haas, era evidente che non funzionavo. Così mi sono ritrovato a ricoprire solo il ruolo di produttore e ho dovuto comprendere che fare l’attore era un mestiere duro.
Hai fatto anche dei thriller in quel periodo…
In un primo momento ho continuato a produrre film con un retroterra regionale; quello successivo fu Der König von Bernina. Era il secondo adattamento del romanzo di I.C. Heers, dopo quello del 1929 fatto da Ernst Lubitsch, con John Barrymore e Camila Horn, intitolato Eternal Love. Nella mia versione Waltraud Haas aveva il ruolo principale. Dopodiché ho fatto delle commedie per il mercato locale svizzero, con comici popolari come Walter Roderer (quattro film), e, appunto, i thriller Die Nylonschlange, Der Würger vom Tower e St.-Pauli – Zwischen Nacht und Morgen. Più tardi ho fatto anche un film musicale, Die Hazy Osterwald Story, e un adattamento dal romanzo di James H. Chase Hong Kong: porto franco per una bara, entrambi per la Constantin Film. Per la Team Film ho prodotto Schwarzer Markt der Liebe, un thriller sul traffico di ragazze. Ho continuato ad accumulare esperienza nel campo della produzione e circa gli enormi problemi finanziari che essa comporta. E ho capito che ogni singola società di distribuzione cinematografica in Germania aveva problemi finanziari. Così ho comperato l’Elite Film AG, fondata in Svizzera nel 1927, che aveva il permesso di importare dieci film all’anno. Poi ho fondato la Ascot-Avis Filmverleih GmbH in Germania, per la quale ho anche prodotto. Dal momento che la società era di origine svizzera, queste produzioni sono state aggiunte al nostro contingente svizzero. Il secondo film che ho fatto per la Ascot, Die Frau der Nichten Oberst (Le nipoti della colonnella), è stato un tale enorme successo e ha ripagato così bene che ho potuto estinguere tutti i miei debiti e non ho mai più dovuto prendere in prestito fondi esterni. A quel punto ero un produttore indipendente in Germania – inaffondabile come il Titanic, solo un iceberg avrebbe potuto fermarmi! Ho continuato a produrre e dirigere fino a dieci film all’anno .
Quando hai capito per la prima volta che sesso ed erotismo nel cinema erano un business?
Con l’enorme successo di Die Frau der Nichten Oberst mi sono reso conto che i film erotici potevano essere molto remunerativi e restare in programma per settimane, anche nei cinema più sofisticati, il che voleva dire: un sacco di soldi. Molti anni dopo ho fatto un remake di quel primo film erotico, con attori diversi, ma girato negli stessi posti, con lo stesso direttore della fotografia ma con più erotismo. Per fortuna non ho avuto difficoltà con la censura. Dal 2014, entrambe le versioni sono disponibili in DVD e Blu-ray .
Hai utilizzato molti pseudonimi per il tuo lavoro, a seconda del tipo di film e del tuo ruolo creativo…
Mi sono occupato prevalentemente di sceneggiatura e di produzione, ma nel cinema ho fatto praticamente di tutto. Questo è il motivo per cui ho usato degli pseudonimi anche se non ho mai nascosto il fatto che ci fossi io dietro quei nomi.
Preferivi dirigere o produrre?
Non facevo distinzioni. Ho sempre amato lavorare su un film – cioè su qualcosa che dura per sempre ed è universale. Naturalmente ho dovuto anche sborsare molti quattrini per questo. Ecco perché il doppiaggio inglese e francese, che facevamo a Bruxelles, è sempre stata una parte importante del nostro budget di produzione .
Parliamo un attimo di Jess Franco: come sei entrato in contatto con lui?
Per vendere i nostri film sul mercato italiano, insieme al mio direttore della fotografia e associato Peter Baumgarnter abbiamo fondato la società di distribuzione Prestige Film Srl, a Roma. Bruno Mattei era responsabile del doppiaggio. Jess Franco aveva contattato il nostro amministratore italiano, Grazia Frigerio, e le aveva venduto il suo nuovo film, Porno Pop, con Lina Romay. Lo abbiamo distribuito con il titolo Heiße Berührungen (La coccolona) ed è stato un bel successo. Jess chiese a Grazia di organizzare un incontro con me a Zurigo. Così abbiamo collaborato per la prima volta e per il nostro primo film insieme, Barbed-wire Dolls (Penitenziario femminile per reati sessuali). A me non piace , ma è stato un grande successo. In ogni caso in tre anni Jess ha fatto 16 film per me e una volta mi disse che quelli erano stati i migliori anni della sua vita. Nel 2009 a Jess è stato assegnato il Goya alla carriera, principalmente per Erotico profondo con Klaus Kinski e per Confessioni proibite di una monaca adolescente.
Era facile lavorare con Jess Franco?
Non abbiamo mai avuto un diverbio. Il nostro amore comune per i film ci teneva uniti
Erotico profondo, il film su Jack lo squartatore è un capolavoro: lo avete girato rapidamente?
Sì, credo davvero che Erotico profondo sia un capolavoro. Mi ricordo perfettamente quando Jess venne da me con l’idea di raccontare questa storia originale, con Klaus Kinski. Io ero contrario perché non volevo girare a Londra, a causa dei problemi con il sindacato di cui avevo già avuto pessima esperienza. Ma Jess aveva già tutte le location pronte e definite a Zurigo e abbiamo potuto girare praticamente dietro l’angolo di casa.
Com’era Jess come regista?
Jess conosceva ogni singolo film su questo pianeta e moltissima gente di persona. Ad esempio, l’autore francese Jean-Claude Carrière che ha avuto un Oscar alla carriera. Lui ha sceneggiato per Jess Erotico profondo e lo ha introdotto al regista Luis Buñuel .
Hai trascorso molto tempo insieme a Jess e a sua moglie Lina Romay?
Sì! Ho incontrato Jess e Lina molte volte e ho anche girato un film di grande successo con Lina intitolato Rolls Royce Baby
A proposito di Klaus Kinski: ci sono molti racconti sul suo comportamento, diciamo temperamentoso; come fu la collaborazione con lui?
Io non ho mai avuto problemi con Klaus Kinski durante le riprese. Questo mi porta a concludere che tutti i suoi sfoghi leggendari fossero presumibilmente giustificati. Forse non gli pagavano i cachet in tempo. Per fortuna, io usavo una lettera di credito della più grande banca Svizzera per pagare i compensi agli attori. Per cui, Klaus non ha mai perso le staffe durante una qualsiasi delle nostre produzioni. Insieme a Klaus Kinski, Lee van Cleef, Ernest Borgnine e Lewis Collins, con il regista Anthony Dawson Antonio Margheriti, ndr] abbiamo girato anche Arcobaleno Selvaggio e Commando Leopard.
Voltandoti a dare un’occhiata alla tua notevole carriera, ne sei soddisfatto? C’è qualche film che avresti voluto fare e non ci sei riuscito? Qualche sogno nel cassetto?
Il mio nome è sinonimo di oltre 100 film e sono molto contento che abbiano ancora una vasta base di fan sempre in aumento. Oggi, a 84 anni, posso ancora lavorare con un piccolo team all’interno della società, in modo da non sentirmi tagliato fuori. In questo momento, la Elite Film AG è la principale società di distribuzione cinematografica indipendente in Svizzera. La gestiscono i miei figli, Karin e Ralph, che hanno appena prodotto e distribuito il successo internazionale Northmen – A Viking Saga nelle sale di tutto il mondo. Non ho davvero nessun rimpianto…