John Carpenter contro Venerdì 13
«È cinico e cheap», accusa il regista di Halloween
Il contesto era il podcast di Bret-Easton-Ellis, che nella puntata del 23 maggio scorso ha ospitato John Carpenter. Tra le varie cose di cui lo scrittore e il regista hanno parlato (The Revenant, musica, sceneggiatura, gli Oscar 2016), si è toccato anche il tema dei film slasher che si svilupparono massicciamente nel cinema americano dopo il successo di Halloween del 1978. Carpenter (che a luglio si esibirà in un grande concerto durante il prossimo Neuchâtel International Fantastic Film Festival, prima di passare in Italia per due date a Roma e a Torino a fine agosto) ha espresso considerazioni abbastanza ovvie sul fatto che l’esempio del suo film, realizzato con pochi quattrini ma diventato, all’epoca, un fenomeno ovunque nel mondo, spinse produttori e distributori a gettarsi nel suo solco con pellicole mimetiche, che di Halloween ricalcavano più o meno lo schema. Dopodiché, si è levato qualche sasso dalla scarpa dicendo che questa legione di imitatori a buon mercato di Halloween e specialmente la saga di Venerdì 13, erano mossi da intenti puramente cinici – i soldi – assecondando quel che i ragazzetti volevano vedere ma senza alcun tipo di pensiero retrostante o di elaborazione artistica. Carpenter, in fin della fiera, ha detto di Venerdì 13 quel che si potrebbe legittimamente dire dell’85 o 90% degli horror esploitativi di tutti i tempi. Il dibattito potrebbe però continuare, se davvero Venerdì 13 sia un franchise da fuffa o cheap, per usare il termine specifico di Carpenter.
Il quale Carpenter è ultimamente balzato agli onori delle cronache perché la Blumenhouse di Jason Blum avrà proprio lui come produttore esecutivo del remake di Halloween attualmente in development, su una sceneggiatura di Aaron Guzikowski. A quanto pare, dalle dichiarazioni di Carpenter, si tornerà alle origini del ciclo, quindi là dove tutto era cominciato nel 1978. Domanda: ma se ne sentiva così fortemente il bisogno, di un remake – quanto si voglia ossequioso o filologico rispetto al prototipo? Nel frattempo, il remake di Venerdì 13 – il secondo remake, dopo quello del 2009 che però, in realtà, era più reboot che un remake del primo Venerdì 13 e sembrava invece un remake del secondo e del terzo Venerdì 13 (mamma mia che casino!) –, che doveva essere pronto praticamente un anno fa, pare vada ancora alla deriva nell’oceano del Nulla. Mentre, in compenso, si sa con certezza che Jason Voorhees tornerà protagonista la prossima, imminente, estate, di un videogame.