Le ultime luci del Conte
1972: Dracula colpisce ancora! e I satanici riti di Dracula
In 1972: Dracula colpisce ancora!, ambientato nella Londra contemporanea, il giovane adepto di un culto satanico organizza una messa nera per riportare alla vita le ceneri di Dracula. Il rito riesce e il vampiro cammina di nuovo nel mondo. A contrastarne i piani sarà un occultista, discendente di Van Helsing… Si era ormai giunti al termine di un ciclo e la figura tradizionale del vampiro che mostra i canini e miete vittime tra gli abitanti di un villaggio del ’700 era definitivamente superata. Con un occhio al successo ottenuto negli USA dal film della AIP, Count Yorga, Vampire, ambientato nella Los Angeles dei primi anni Settanta, la Hammer commissionò a John Houghton un trattamento che trasportasse la figura del conte nella swinging London del periodo: la prima stesura aveva per titolo un semplice Dracula/Chelsea 1972 che diventò Dracula Today al momento delle riprese. Alla regia un quasi esordiente, il canadese Alan Gibson, reduce da una lunga esperienza televisiva ma con alle spalle già un film per la Hammer, Crescendo.
Dopo quasi quindici anni si ricostituiva così la coppia Christopher Lee/Peter Cushing e fu un peccato che ciò avvenisse proprio in occasione dei film più deboli della serie. Lee, secondo quella che era ormai diventata una consuetudine, non mancò di creare problemi, stavolta lamentandosi di una sceneggiatura che avrebbe tradito le caratteristiche originarie del suo personaggio trasformandolo nientemeno che in Satana (lo script prevedeva le seguenti battute: «Io sono sempre stato qui. Fin dall’alba dei tempi. Fin da quando gli angeli ribelli scesero all’inferno. Fin da quando l’oscurità è subentrata alla luce. Io sono Dracula, il principe delle tenebre, il signore dei non morti. Io sono la maledizione! Io sono l’apocalisse!»).
Il flop di 1972: Dracula colpisce ancora! fece sì che il successivo I satanici riti di Dracula ottenesse negli USA solo una distribuzione limitata e assai in ritardo sull’uscita nelle sale inglesi (dal ’74 si passò al ’78 e con un titolo differente, Count Dracula and His Vampire Bride – inoltre non era la Warner a portarlo nelle sale come previsto, ma una piccola compagnia indipendente, la Dynamite). Era ancora Alan Gibson a sedere dietro la macchina da presa e sempre Houghton a fornire lo script, anche se in origine si era pensato a Jimmy Sangster. Il titolo provvisorio Dracula is Dead and Well and Living in London fu modificato a favore del più diretto The Satanic Rites of Dracula quando il film era già in fase di post-produzione e il nuovo soggetto proponeva un Dracula moderno a capo di un gruppo di speculatori edilizi ma che in realtà mira a diffondere sulla Terra un morbo le tale simile alla peste nera. Ma, ancora una volta, il signore delle tenebre deve fare i conti con il suo nemico Van Helsing…
Stavolta non fu solo Lee ad avere perplessità ma anche Cushing, affatto entusiasta del progetto. Le riprese si protrassero per quasi due mesi e il film venne distribuito a distanza di un anno dal suo completamento. Cushing fronteggia il male con la stessa veemenza e saldezza morale di un tempo, ma lo scorrere del tempo si vede sui volti di entrambi i protagonisti. È quasi con il sollievo di colui che, stremato, vince la sua ultima battaglia che Van Helsing infligge al vampiro il riposo eterno (e questa volta lo sarà per davvero). Joanna Lumley (un’altra delle bond girl di Al servizio segreto di sua maestà) sostituisce la Stephanie Beacham del film precedente nel ruolo di Jessica Van Helsing, nipote del cacciatore di vampiri e funge da necessario anello di congiunzione per l’innesto della trama vampiresca nel “mondo dei giovani”. I più maligni considerano il film al massimo un episodio riuscito della serie televisiva The Avengers. Christopher Lee assicurò che si trattava dell’ultima volta che indossava il mantello del conte: «Non interpreterò più questo personaggio. Non ho più alcun desiderio di farlo, non devo e non intendo farlo. Adesso fa solo parte del mio passato professionale, è solo uno dei ruoli che ho ricoperto nei tanti film che ho fatto nella mia carriera». Amen.