
MannHunters
A volte le imprese titaniche riescono davvero, a volte Icaro arriva a toccare il Sole e non si squagliano le ali. È il caso di MannHunter. Michael Mann a 360 voci, il libro a cura di Alessandro Borri uscito a fine 2024 per le edizioni Cue Press (pag. 258, euro 34,99). Lo diciamo subito senza girarci intorno: è il volume definitivo per tutti coloro che amano Mann. Borri, classe 1972, critico cinematografico, si era già applicato all’autore oltre vent’anni fa scrivendo Michael Mann (Falsopiano, 2002) e lo ha coltivato con la tenacia che si riserva alle ossessioni più pure. Per questa seconda opera manniana ha scelto la forma del dizionario. È riuscito a radunare oltre 70 firme delle maggiori testate italiane di critica cinematografica, con alcune incursioni straniere, e li ha messi all’opera su Mann, ovviamente sotto il suo coordinamento.
Il risultato, come detto, è immane: preceduto da un’introduzione a 36 punti del curatore, il dizionario si sviluppa in ordine alfabetico andando a prendere i principali segni, indizi, fisime del cinema manniano. Qualche esempio: alla lettera A c’è la voce “Antonioni, Michelangelo” che indaga il rapporto tra quest’ultimo e Mann, ma anche la voce “Automobili” che insegue tutte le vetture viste nei film, riflettendo sulla loro essenza e l’utilizzo scenico. Più avanti troviamo i lemmi dedicati alle grandi figure come il dottore antropofago, Hannibal Lecter – con tanto di confronto Lektor/Lecter -, ma anche termini come Fughe, Corpi, Discoteche e così via. Insomma c’è davvero da divertirsi e da godere, ovviamente scoprendo qualcosa di più sull’universo Mann che viene rigirato tra le mani come una sfera, visto di sotto, di sopra e di lato. A conferma che il regista, per quanto studiato e ristudiato, resta ancora misterioso, nel senso che le chiavi di ingresso sono molteplici e inesauribili.
MannHunters, tra l’altro splendido titolo, si può quindi leggere in due modi: in ordine cronologico, pagina per pagina, oppure riguardando i film di volta in volta e usandolo per consultazione. Ma non solo. Alla fine del dizionario il viaggio non è concluso, perché c’è ancora l’Outro di Marco De Angelis e due interventi: In The Digital Realm di Borri e Fabio Pirovano, un focus sulla fotografia manniana, e Mann of Scores dello stesso Pirovano che riguarda squisitamente la musica. L’ultima tappa è la riflessione su Ferrari, e qui arriva il colpo finale del tomo, quello che nel giornalismo si definirebbe scoop: i bozzetti per i costumi di Ferrari realizzati da Massimo Cantini Parrini che occupano le ultime pagine. Un libro, volendo, da leggere insieme al dossier Michael Mann su Nocturno n. 257: perché nella critica non esiste uno ius primae noctis, anzi è l’esatto contrario, nella comprensione vera di un autore tutte le voci potenti, autorevoli e stratificate devono unirsi per cantare la loro canzone d’amore. Come fa Borri col suo libro.