«Questa è una favola thriller perché ruota attraverso una serie di segreti e misteri che stanno sullo sfondo di un grande esperimento scientifico. È un giallo d’azione che ad ogni capitolo dà nuove mosse e svolte improvvise, messaggi segreti criptati (per chi sa coglierli) perché tutte le trame poi alla fine si ricompongono e il quadro appare chiaro: tutto viene spiegato, anche le cose più sconcertanti che all’inizio non vi spiegate. Si dipana un grande complotto mondiale il cui pretesto è paradossale volutamente. Ma poi tutto viene preso sul serio perché attorno a questo esperimento i personaggi simbolici si schierano, chi pro e chi contro ed è un confronto corale in cui si intrecciano i misteri»: Fabrizio Abbate parla in questo modo della sua nuova opera Astrolìa e il mistero delle tre cattedrali, nella prefazione al romanzo, dopo aver già esplorato il personaggio di Astrolìa, maga e regina di Astromagica, il reame della poesia, nell’opera Divinazioni di Astrolìa (2021).

Siamo giunti alla seconda edizione di questa complessa opera che si può classificare, a detta dell’autore, come una favola thriller e un giallo escatologico; nel corso della narrazione incontriamo tanti personaggi, alcuni di finzione e altri realmente esistiti, e partecipiamo a misteri, complotti, censure, tradimenti, intrighi e lotte di potere. Una delle particolarità del romanzo è che l’autore ha deciso di ambientare la vicenda in un tempo indefinito, chiamato Neoevo, collocato in un qualche punto spaziotemporale compreso tra il passato e il nostro presente; in questo modo Abbate riesce a far sorprendentemente dialogare i protagonisti dell’opera con personaggi storici appartenenti a diverse epoche, come Dante Alighieri, Omero o Galileo Galilei (e perfino il Conte Dracula), riuniti tutti nel medesimo periodo.

L’intento dell’autore è di creare un universo composito, in cui possiamo rintracciare anche delle questioni sociopolitiche ed economiche odierne e passate, che però sono brillantemente trasfigurate grazie all’uso di simbolismi e di una irresistibile ironia; alla fine, ciò che più preme a Fabrizio Abbate è di ricordare l’importanza della nostra umanità, della pace tra i popoli e del dialogo tra gli esseri umani. Nel romanzo possiamo trovare, da una parte dei personaggi scellerati, ambiziosi e crudeli tanto da non poterli più considerare umani; dall’altra  persone coraggiose e leali che lottano strenuamente per conservare, appunto, la propria umanità. Seguiamo quindi con emozione le linee narrative degli eroi, come Astrolìa e FabriFab, e degli antieroi, come Sordidus e Nemovirus, osservando i diversi modi in cui intendono i concetti di libertà e di benessere comune.

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