«Le prime due pagine di questo libro racchiudono, secondo me, il carattere più profondo dell’esordio letterario di Alessandro Tognon. La prima scena descrive brevemente una stanza; la seconda uno spazio urbano dominato dalla colossale monumentalità del Duomo di Colonia. Metaforicamente fra questi due poli, io credo, possiamo collocare l’intenzione narrativa di Carbone: da una parte la dimensione (la “scala ridotta”, direbbe l’architetto, quale Alessandro è) più intima e domestica della vita del protagonista, dall’altra la presenza della città, o meglio delle città, i cui nomi danno i titoli dei sei capitoli, più l’epilogo, su cui è strutturato il libro»: sono le parole di Patrizio M. Martinelli, prefatore del romanzo Carbone. Storia di un’anima errante di Alessandro Tognon. Effettivamente in quest’opera abbiamo due protagonisti, messi quasi sullo stesso piano: da una parte Peter e dall’altra le città in cui si sposta, personaggi vivi tanto quanto lui perché attraversati da tutte le esistenze che si incrociano nelle strade, e impregnati del loro disperato anelito di vita, delle loro speranze, delle loro amarezze.

Peter è un uomo tormentato da un tragico episodio del suo passato, che si ricollega a uno spiazzante evento collettivo; da quel momento la sua vita è stata funestata da una nube oscura che ha preso in ostaggio la sua mente, che gli ha fatto odiare tutto ciò che rimandasse al colore nero, e che ha torturato non solo i suoi sogni ma anche la sua quotidianità. Nel corso del romanzo accade spesso che Peter abbia visioni di quella massa cupa, la quale riesce a opprimerlo a tal punto da dover trovare dei punti di riferimento per non soccombere; per questo motivo egli preferisce gli spazi piccoli, in cui questo mostro nero non può espandersi come vorrebbe e in cui lui può controllare tutto. Quando incontriamo il protagonista si sta appena trasferendo a Colonia, lasciando in Italia una situazione delicata dalla quale non vorrebbe staccarsi; vi sono però doveri da portare a termine, e che poi lo condurranno a Berlino, dove trascorrerà degli anni importanti ma anche disorientanti, ricchi di eventi.

È però nella città di Bologna, in un lontano passato, che la sua vita ha subìto la più radicale rivoluzione: uno scossone tremendo che si riverbera, a distanza di decenni, sulla sua mente. Il viaggio esistenziale di Peter lo conduce infine sulle montagne della Valsugana, in cerca di una pace a lungo inseguita; forse nella quiete della natura potrà trovare conforto, e saprà finalmente dissolvere quel maledetto ammasso oscuro.

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