H – Memorie di Eracle
A volte un atto d’amore non richiede gesti eclatanti, specie quando è basato sul rispetto profondo di chi la materia la conosce a fondo dopo anni di studio e di lavoro su di essa. In letteratura, a volte, amare è restare un passo indietro, applicare la tecnica con perizia ma senza risultare invadenti nei confronti di qualcosa che potrebbe benissimo fare a meno di noi, ma su cui non possiamo fare a meno di intervenire. La materia, in questo caso, è il mito greco, nella fattispecie la vita di Eracle, uno di quei personaggi che senza timore di esagerazione possiamo considerare un pilastro dell’immaginario di sempre. Sergio Fontana, archeologo, con la cultura classica ci vive e ci lavora, e il suo tributo prende la forma di H – Memorie di Eracle, un romanzo che racconta la vita e le imprese dell’eroe delle dodici fatiche che è il frutto di un lavoro estremamente rigoroso, e documentato nel libro stesso, sulle fonti.
La cifra fondamentale della narrazione è il rispetto. Fontana interviene il meno possibile facendo un lavoro di traduzione, dal linguaggio del mito a quello del romanzo contemporaneo, tanto fedele quanto pulito all’insegna della massima discrezione, arrivando quasi a sparire di fronte a una materia che tratta con la massima delicatezza. Il risultato è come minimo affascinante, una rilettura che rende il mito accessibile, e comunque sempre godibile, senza mai far sentire il peso della trasposizione. Tecnicamente, un lavoro grande, forse a volte fin troppo neutro nel riscrivere la storia di Eracle senza mai rovinarla o tradirla, restituendo al lettore una narrazione che si gioca sul confine tra un lavoro accademico e l’invenzione letteraria, per quanto leggera.
H – Memorie di Eracle è un libro ricco e denso come il mito che racconta, ma forse a volte troppo timoroso nel suo volersi sbilanciare. Non che non sia un buon lavoro, anzi, è adatto sia a chi il mito lo vuole conoscere sia a chi i passi di Eracle li vuole ripercorrere, ma non di meno le potenzialità inespresse non mancano.