I segreti di Alien
La sua perfezione è pari solo alla sua ostilità. Ammiro la sua purezza. Un superstite… Non offuscato da coscienza, rimorsi, o illusioni di moralità: non ci sono parole più efficaci per descrivere gli Xenomorfi protagonisti della saga di Alien, della lucida e sinistra descrizione che ne fa l’androide Ash nel primo indimenticabile capolavoro, diretto nel 1979 da Ridley Scott. Queste iconiche linee di dialogo costituiscono, in un certo senso, anche la chiave del bellissimo saggio di Paolo Riberi e Giancarlo Genta, I segreti di Alien – Gnosi, orrore cosmico, scienza e IA nella saga degli Xenomorfi, che sviscera la saga sulla creatura ideata da Dan O’Bannon e Ronald Sushett, disegnata da H.R. Giger, in tutti i suoi aspetti: da quello filosofico e gnostico, con interessanti risvolti esoterici, a quello economico e tecnologico, passando per un dovuto capitolo dedicato alle incontrovertibili connessioni con la narrativa di HP Lovecraft. Paolo Riberi, giornalista e studioso di storia antica e letteratura delle origini cristiane, membro della società Italiana di Storia delle Religioni, già autore di affascinanti titoli sull’influenza di gnosticismo ed esoterismo nel cinema, come Pillola rossa o Loggia nera?, Il risveglio di Neo e, già in coppia con Genta, de I segreti di Dune, si è occupato della sezione esoterico-filosofica del saggio, nonché di quella economica. Di questa sezione è altrettanto responsabile Giancarlo Genta, professore emerito di Costruzione di macchine presso il Politecnico di Torino, Membro dell’Accademia delle Scienze di Torino e dell’Accademia Internazionale di Astronautica, autore anche di numerosi romanzi di fantascienza, che si è occupato della parte tecnologica (con accento sulla IA) ed astronomica, nonché biologica, del volume.
È nella fascinazione del sintetico Ash nei confronti dell’organismo che stermina l’equipaggio dell’astronave Nostromo, nel primo film della saga, che si celano alcuni temi efficacemente portati alla luce da Riberi: lo Xenomorfo è puro Male oppure semplicemente un organismo che risponde a ferali istinti? L’attrazione che alcuni individui nutrono nei confronti della creatura, che siano umani o meno, è un elemento determinante, come rileva l’autore. Ma la natura dello Xenomorfo rimane giustamente un Mistero: il suo comportamento aggressivo e animalesco sembra dovuto sia a un istinto riproduttivo, ma anche ad una ostilità innata, diremmo quasi consustanziale alla sua natura, arrivando infine alla domanda: com’è possibile che Dio permetta l’esistenza di creature, il cui ciclo vitale costituisce di per sé una blasfemia? In realtà, ci svelano Genta e Riberi, in Natura esistono già creature simili, sulle quali Darwin si è posto analoghi quesiti teologici. Questi sono solo alcuni esempi degli stimolanti ragionamenti proposti nel libro. E se alcuni credevano che con i due prequel, Prometheus e Alien: Covenant, Ridley Scott avesse definitivamente sollevato quell’alone di mistero che circondava l’origine di Alien, snaturandone dunque l’essenza, Riberi ci conduce per mano, andando ad esaminare alcuni fondamentali dettagli, e ci aiuta a rimettere tutto in discussione e dunque a rivalutare, almeno filosoficamente, i tanto bistrattati prequel, liquidati da molti in modo superficiale. Questi vengono tra l’altro riletti in chiave gnostica, rivelando sorprendenti contiguità con le sette che fiorirono nei primi secoli del cristianesimo e che ribaltavano la visione giudaico-cristiana classica del mondo.
Non poteva mancare inoltre un corposo capitolo dedicato alla forte influenza che la narrativa di H.P. Lovecraft ha avuto sulla saga di Alien, rilevando interessantissime affinità tra le trame di alcuni racconti dello scrittore di Providence con quelle dei film dedicati allo xenomorfo, arrivando perfino a svelare come una delle scene più iconiche e disturbanti di tutta la saga, ovvero quella del chestburster che erompe dal petto della vittima di turno, sia stata anticipata in uno specifico racconto di HPL, che ovviamente non diremo qui. Riberi sottolinea poi giustamente come il nichilismo e l’orrore cosmico, alla base delle creazioni di HPL, siano caratteristiche intrinseche anche della saga di Alien. Infine Genta e Riberi operano una approfondita e sorprendente analisi dell’aspetto economico di Alien, incarnato dal sistema delle Grandi Compagnie come la Weyland-Yutani, che costituisce in realtà il vero grande antagonista della saga, se non il Male Assoluto, evidenziando dunque la forte critica anti-capitalista come una ulteriore base dell’intera saga. Genta porta inoltre avanti la riflessione, quanto mai attuale, sull’Intelligenza Artificiale, elemento costante in tutti i film, con la presenza di androidi che a volte sono un’infida minaccia, altre costituiscono un indispensabile e benevolo aiuto. Infine Genta tasta il polso riguardo l’effettiva fattibilità dei viaggi a velocità luce e del processo di terraformazione mostrato in Aliens, analizza i pianeti della saga in rapporto alle configurazioni planetarie esistenti e ricostruisce una precisa cronologia degli eventi. Con una grande naturalezza nei ragionamenti, un modo avvincente di porli, una notevole competenza sia sui film, sia sulle importanti tematiche implicate, una ricca e stimolante documentazione, I segreti di Alien diventa un must have per tutti gli appassionati della saga di Alien, ma anche per coloro che hanno guardato questi film distrattamente, considerandoli solo macchine cinematografiche per produrre spavento (nulla di male ci sarebbe in questo), senza sospettare le vertigini teoretiche, filosofiche, teologiche, tecnologiche sottese a quelle maledette uova.