L’ultima occasione
L’ultima occasione: un inizio da thriller con un rapinatore impegnato nel suo show quotidiano, munito di cerone bianco, rossetto rosso ed eyeliner nero. Un’impellente necessità di esibirsi, cilindro alla mano, in quella manciata di minuti quando obbliga i cassieri, sotto la minaccia delle armi, a consegnargli tutto il fondo cassa. Tutto liscio e sempre lo stesso stile: inchino ed esibizione davanti a involontari testimoni – ignari frequentatori di bar e locali – resi ostaggio il tempo necessario per riempire una busta di soldi e fuggire. Un format vincente, sino al giorno in cui, un abile cassiere lo denuncia e per Joker inizia una fuga rocambolesca per scappare dalla polizia, che inevitabilmente lo bracca. Ed è lì che per il rapinatore in maschera, si consuma il suo ultimo drammatico show, trasformando il poliziesco in un romanzo di denuncia sociale. Sale sul tettuccio della sua auto, cercando di attirare l’attenzione dei passanti e il loro consenso, per un’ultima apologia di se stesso e del suo stile di vita. Parole che suscitano una reazione forte in tutto il mondo globalizzato, causando tafferugli e proteste nelle grandi città, dove tutti chiedono a gran voce: “libertà”; una società più equa, dove il tempo libero si bilanci con quello lavorativo, consentendo alle persone di poter tirare su i propri figli e godersi la vita, senza frustrazioni e rimpianti.
“Cosa sono le vacanze, signori miei? Sono solo dei giorni di libertà concessa dal tuo capo per permetterti di riprendere il fiato dopo un anno di stress, di orari assurdi e di incazzature. Dopo un anno che torni a casa la sera stanco morto e trovi tua moglie, anche lei incazzata e stressata, con i vostri figli, perché nemmeno lei, dopo una giornata di lavoro intensa e tesa, riesce a reggere alle loro richieste di attenzione e di coccole…”. Abbassai il tono di voce e aggiunsi “…alle loro richieste di amore”. Un rapinatore che assurge al ruolo di profeta, esortando la folla a godersi il sole e il mare, per sfuggire al grigiore urbano e invita i genitori a trascorrere più tempo insieme ai figli, giocando con loro, senza tralasciare la lettura e le mostre, che tengono la mente in esercizio. Un invito all’autenticità, a non trascurare gli affetti e le passioni, consumati dal lavoro e dagli obblighi sociali. “Vi hanno rubato il tempo per togliervi il pensiero. Non avete tempo di pensare a ciò che vi accade attorno e cosa accade nel mondo” dissi. “Non avete tempo di analizzare le cose e nemmeno la vostra vita. Non avete tempo per capire le cose, capire la politica, capire se una cosa è giusta o sbagliata, tempo per avere un pensiero critico sul mondo, sulla vita, su ciò che succede attorno e su voi stessi!”. Un monito a non smettere mai di sognare.