Marina Loi torna al Fantafestival
La Scream Queen di Lucio Fulci presenta The Antithesis
Marina Loi. Non abbisogna di presentazioni. Non qui. Non da parte nostra. Amica di Nocturno e forse qualcosa di più, anzi, senza forse. La notizia è che, dopo trent’anni da Zombi 3, la Loi torna al Fantafestival a presentare un nuovo horror, meno splatter e più atmosferico, dal titolo The Antithesis. Non ci sono morti viventi che le mangiano le gambe, stavolta, ma è questione di misteriose, sinistre correnti di caldo e di freddo che celano antiche connessioni aliene. Marina manifesta trionfalmente la sua presenza “divina” (mica per niente lei è la “divina” per antonomasia) in un memorabile, ieratico cammeo che fa venire voglia di citare l’inno a Demetra: Demetra chioma bella, la dea veneranda… Comunque, tornando a terra, abbiamo colto l’occasione per fare quattro chiacchiere con Marina che, reduce da una breve ma intensissima esperienza in politica come assessore alla cultura, ora si appresta ad affrontare una serie di nuovi progetti artistici. Legati anche all’horror ma non solo a quello…
Ma era davvero così spaventosa la politica per cui era meglio scegliere i film horror?
No comment…
Come “no comment”? Perché “no comment”?
Sai che di politica non parlo. E comunque, il film, The Antithesis, l’ho girato prima di entrare in politica. Utilizziamo il megafono di Nocturno per dire – come tu ben sai – che The Antithesis viene prima dell’esperienza come assessore…
Casomai, assessora. Anzi, assessor… vabbè, lasciamo perdere…
Scrivi solo “No comment” e, tra parentesi, “ride”.
Obbedisco. Allora, niente politica. Concentriamoci sui numeri e sulle ricorrenze. The Antithesis ti riporta al Fantafestival dopo trent’anni. Perché cadono trent’anni esatti da Zombi 3 di Lucio Fulci… Deve essere stata un’esperienza. Ti invidio…
Come tutti sanno, il pubblico del Fantafestival era allora molto scanzonato, ironico e quindi non risparmiò battute. Ma anche applausi a scena aperta ai momenti esilaranti del film. Perché oggi, a distanza di un trentennio, Zombi 3 è stato in qualche modo rivalutato, sono state colte delle pregevoli atmosfere “fulciane”, ma per tutto il travaglio che ben sappiamo, alcune cose potevano risultare sopra le righe. Molto sopra le righe…
Vabbè, tanto per me resta un capolavoro, Zombi 3. Ma chi eravate, allora, al Fantafestival? Tu e…?
Lucio Fulci non c’era o almeno io non me lo ricordo – me lo hai chiesto almeno mille volte. Ci andai con un mio ex amico e con Beatrice Ring – secondo la ricostruzione di Beatrice, perché io non me lo ricordo esattamente. Quello che mi ricordo, sono le battute del pubblico una dietro l’altra. Per esempio, nella scena in cui lo scienziato fa la sfuriata, uno urlò: «Dai, che piji l’Oscar!». Però, tra i tanti applausi, io ne ho presi addirittura due: uno quando Massimo Vanni mi chiede: «Vieni con me?», e io gli rispondo con voce sexy, assolutamente fuori contesto, avendo ai piedi la mia amica Deborah che schizza liquido verde dai bubboni: «Con molto piacere!». La voce da femme fatale non era, peraltro, la mia perché nel film ero doppiata. E l’altro applauso che ho preso credo sia stato sull’ennesimo «C’è qualcuno qui?»…
Quando esplori la piscina…
Sì. Una frase che ha continuato a pervadere la sala, perché poi, ogni tanto, qualcuno urlava: «C’è qualcuno qui?». Sia io sia Beatrice ne facevamo un uso smodato nel film… Al punto che, anni dopo, incontrai un giornalista che era al Fantafestival allora e quando mi riconobbe e mi disse: «Tu sei Marina Loi di Zombi 3!», mi chiese di autografargli delle cartoline con scritto: “C’è qualcuno qui?” e sotto: “È veramente lei!”.
Zombi 3 è un cult – e la colpa o il merito un po’ spettano anche a me, che ho molto dato alla causa da quando Nocturno esiste. Ma, insomma, per quanto ti riguarda, puoi testimoniare che, almeno per il grosso, fu un film di Lucio. Tu hai girato solo con Fulci, no?
La parte sulla jeep mi pare che fosse con Bruno Mattei. La seconda unità del film la faceva lui.
In Demoni 2, altro classico che avevi girato in quel periodo con Lamberto Bava, eri un po’ defilata rispetto al ruolo nel film di Fulci…
Sì, anche perché mi ero rotta un piede, quindi un sacco di scene non le ho potute fare.
Zombi 3 salta fuori spesso nel prosieguo della tua carriera artistica come un porte bonheur. A distanza di anni, ti riconoscono grazie a questo film, anche se hai poi fatto molte altre cose. Per esempio, hai interagito con gli zombi, nuovamente, in un cortometraggio molto simpatico girato qui a Milano: Dissanguati…
Era un spot a favore delle donazioni di sangue. Avevano chiamato alcune – passami il termine – “icone dell’horror”, tra cui anche voi di Nocturno, perché volevano fare anche una sorta di omaggio a Lucio Fulci. Interagivo con uno zombi ed era una citazione divertente. Mi sono molto divertita a farlo. Fu presentato anche a Venezia, e piacque molto a Oliviero Toscani, mi dissero. L’unica cosa, fu che rifiutai di riadottare il look che avevo nel film di Lucio, in jeans e scarpe da tennis (ride)…
Certo, ti sei presentata in stivali di cuoio e minigonna da safari… Però Zombi 3 è stato anche alla base del tuo ingaggio in The Antithesis, il film di Francesco Mirabelli per cui sei tornata al Fantafestival in questi giorni…
Ero stata invitata a una puntata di Stracult intitolata “Lo zombi italiano”, insieme a Michele Soavi, Sergio Stivaletti e Claudio Fragasso. Io rappresentavo l’attrice “fulciana”. E lì mi vide Mirabelli che di Fulci è un grande fan, come in generale del cinema horror degli anni Settanta e Ottanta. Per cui, mi ha chiamato per fare questo cammeo. Specifichiamo che si tratta di un cammeo. Ma oltre che a Stracult, sono stata invitata, in quanto scream queen di Fulci, anche alla trasmissione di Rai movie Drugstore, dove intervistarono me, Deborah Caprioglio e Marta Gastini. E poi mi interpellano per i libri e gli articoli su Fulci; ancora di recente, il mio amico Troy Howarth mi ha chiesto delle testimonianze per il librone su Lucio che ha appena pubblicato… Io lo dico sempre che anche quando vincerò il premio Nobel, sarò comunque ricordata per Zombi 3.
Me lo hai raccontato già molte volte, ma trattasi di domanda ineludibile intervistando la Loi: l’interazione con Lucio Fulci, durante la lavorazione di Zombi 3 nelle Filippine, come è stata? Era davvero perfido come vuole la leggenda?
Lui era cattivo, ovviamente. Ma siccome io adoro i cattivi, mi sono molto divertita, al di là di quei momenti in cui, come tutte le altre, avevo un odio profondo per lui. In generale, Lucio mi divertiva molto, soprattutto fuori dal set, quando si mangiava, a cena, e lui raccontava delle storie esilaranti, delle perle di cattiveria. Io preferivo la sua compagnia ad altre, proprio perché mi faceva ridere. I cattivi intelligenti mi hanno sempre fatto ridere. Detto questo, è chiaro che non mi ha risparmiato epiteti e battute taglienti. Però, nella scena della piscina, quando gli zombi acquatici mi mangiano le gambe, fu gentile, devo dire, e anche complimentoso, perché avevo sofferto stoicamente. passando un’intera giornata con le gambe legate dietro la schiena. Ecco, quel giorno fu carino, a parte prendermi in giro, come faceva di solito, perché ero dimagrita…
Sì, l’abbiamo detto e scritto più volte che ti chiamava “Scrocchiazzeppi”…
Uno dei tanti nomi era questo. Poi c’era “Marcello Mastroianni”, perché, avendo scambiato il mio ruolo con quello di Beatrice, ma avendo mantenuto lo stesso contratto, ero pagata piuttosto bene, nei limiti di quanto si veniva pagati in film a basso costo come questi.
Ti chiamava anche “la lesbica”…
Eh sì, mi aveva dato anche questo nomignolo, più che altro perché sul set ero molto casta e non ho avuto tresche, se non una platonica ma non dirò mai con chi…
Venendo a The Antithesis, che partecipa al Fantafestival e che ti vede nuovamente sugli scudi dell’horror: non si tratta di uno splatter come quei film degli anni Ottanta…
No, non è uno splatter. Lo definirei un fanta-horror, con uno sguardo al thriller. Ci sono di mezzo degli alieni e dei luoghi collegati a queste presenze extraterrestri sulla Terra. Il mio ruolo è quello della direttrice di un museo, alla quale si rivolge la geologa Sophie Vaiani, che è interpretata da Crisula Stafida, per sapere qualcosa su certe pietre dai connotati particolari. E io dirò e non dirò…
Tu ci tieni a precisare qualcosa, su questo “ritorno all’horror” di Marina Loi, che non è un ritorno alla recitazione, visto che hai di recente fatto altre cose, tra le quali anche una fiction televisiva come coprotagonista…
Sì. Il mio interesse in questo momento va in diverse direzioni. L’horror è una di queste, ma non l’unica. Ho lasciato il mio incarico in politica non, come è stato scritto da tutti i giornali italiani, per “tornare all’horror”. Diciamo che uno dei settori dove mi piacerebbe sperimentare è l’horror, però, nel frattempo, io ho scritto un film che è una commedia sociale per la Stemo Production, dal titolo provvisorio Il sole in tasca. Sto lavorando anche a dei progetti televisivi. Però, siccome il primo amore non si scorda mai, ed effettivamente il primo amore è stato l’horror, mi sono mossa in questa prospettiva con diverse idee… Sicuramente, l’horror sarà una parte della mia vita post-politica, ma non l’unica, come invece sembrava da tutti i titoli dei giornali, quando ho avuto una over-exposition dopo l’estate.
Ma non vuoi dare qualche anticipazione, un appetizer, giusto per gradire, su queste progettualità horror che hai in cantiere?
Il mio obiettivo è di creare degli horror al femminile, che vorrei ribattezzare glam-horror. Sto coinvolgendo delle attrici che nell’horror non si sono mai cimentate, per creare storie un po’ diverse dal solito. E, in particolare, mi sto concentrando su una storia di donne vampire. Con uno sguardo agli anni Settanta… ma anche all’espressionismo tedesco, volendo essere presuntuosi.
Sei una studiosa, un’ intellettuale, docente universitaria, autrice di saggi ponderosi… che ama anche l’horror: ti va la definizione?
Se lo dici tu…
Cosa fai: mi citi Zombi 3?
Assolutamente (ride)…