The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro
2014
The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro è un film del 2014, diretto da Marc Webb.
Capitolo due. Peter Parker indaga sulla scomparsa dei genitori e nel frattempo – nei panni di Spider-Man – diventa il paladino di New York. Nuove grane all’orizzonte: dovrà vedersela con il fantasma del capitano Stacy che gli ricorderà una promessa fatta in punto di morte e che lo porterà alla rottura con Gwen, con un nuovo supercriminale targato OsCorp (Electro) e un ex amico d’infanzia che diverrà il suo più letale nemico (Goblin). Cambiano gli sceneggiatori, e si avverte. Orci&Kurtzman (Transformers) accumulano una quantità spropositata di situazioni frettolose per il pubblico adolescente degli smartphone, quello con capacità di concentrazione stimabile in nano secondi. Così alcune scene sembrano tratte di peso da un videogame, con qualche pericolosa incursione nell’operetta stile Batman anni Sessanta (l’insopportabile caricatura del Dr. Kafka).
Se si domanda a un film di super-eroi dell’ottimaazione il film soddisfa la richiesta: il problema è che tra una scena d’azione e l’altra ci sono i raccordi, difficili da gestire, specie se hai così tanto materiale narrativo da gettarne via (chi ha detto “Daily Bugle”?). The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro è addirittura ipnotico in certe sequenze (formidabile lo scontro con Electro in Times Square), ma debole nei passaggi drammatici. Esempi? Harry Osborn che collega in modo netto Peter Parker a Spider-Man solo perché il primo è l’autore di una fotografia che ritrae il secondo da lontano; oppure Peter che si rifiuta di donare il sangue al suo migliore amico – che sta per morire – temendo effetti nocivi. Una scarsa cura prestata alle motivazioni dei personaggi può disgregare l’adesione emotiva dello spettatore, ma a quanto pare O&K verranno riconfermati sino al capitolo quattro. Purtroppo, perché Spider-Man non è Optimus Prime.