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Babygirl

2024
REGIA:
Halina Reijn
CAST:
Nicole Kidman (Romy)
Harris Dickinson (Samuel)
Antonio Banderas (Jacob)

Il nostro giudizio

Babygirl è un film del 2024, diretto da Halina Reijn.

Agli uomini giovani piacciono over. E viceversa. Milf e gilf, madri e nonne con cui vorresti fare sesso. Senza scomodare Freud. Nicole Kidman, da Eyes Wide Shut a Da morire, da Birth a The Paperboy, non è nuova alle relazioni pericolose. Se di pericolo vogliamo parlare per Babygirl, diretto dall’olandese Halina Reijn, attrice e regista, dove amore e morte si fondono in un universo di tramonti dalla cui imperfezione si genera l’alba, fine e inizio che si rincorrono eternamente senza raggiungersi mai. Ma questa volta, per sua stessa ammissione, Kidman ha dovuto spingere più a fondo col rischio di finire sopraffatta dal suo lato ombra e dalle emozioni della storia e del set, dove ha lavorato con due intimacy coordinator. Babygirl, thriller erotico, narra le vicende di Romy (Nicole Kidman), un’affermata donna d’affari, CEO di una prestigiosa azienda, sposata con un regista (Antonio Banderas). Lei mette a repentaglio la sua vita professionale e personale per una relazione con il suo tirocinante Samuel (Harris Dickinson), molto più giovane. Da una scopata a una storia il passo è breve. Da dominatrice nella vita a dominata nel letto è un attimo. Se poi sei Kidman, ibrida, bollente dall’immaginazione audace e il pallino per l’erotismo, il gioco è fatto e “rien ne va plus”.

Le fantasie sessuali femminili raccontate da Halina Reijn, premio Shooting Stars Award alla Berlinale 2007, e interpretate da Nicole Kidman, attrice ubersensuale che non si tira indietro quando si tratta di uscire dalla propria confort zone e spingersi, nella vita come nel cinema, nell’iperspazio e conoscere cose che noi umani non possiamo nemmeno immaginare. Ma vedere al cinema sì, come il nudo integrale di schiena della protagonista che è lo stesso di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. Chissà se Kidman 57 anni, all’apice della sua carriera si è accorta, a sua volta, di intravedere il tramonto. Ma per morire non bisogna essere lucidi. Bisogna aver mangiato, bevuto, amato. Bisogna essere pieni. Aver capito che in una vita se ne vivono cento o forse di più. E ogni volta che se ne esaurisce una è per sempre. Non avere rimpianti e rifuggire dalla memoria. Sapere che è stato e che non sarà più. La protagonista di Babygirl ne è decisamente consapevole.