Body
2015
Body è un film del 2015, diretto da Dan Berk e Robert Olsen
Dan Berk e Robert Olsen, attivi come produttori e attori, debuttano nel lungometraggio con il buon thriller Body, fra i più interessanti indi americani della scorsa stagione. Scritto dai due registi, è ambientato durante le vacanze di Natale, quando le amiche Holly, Cali e Mel per ingannare la noia si recano in una casa che Cali dice essere quella dello zio; le foto di una famiglia orientale rivelano però trattarsi di una menzogna, infatti la ragazza ha solo fatto la babysitter presso di loro. Nella notte vengono sorprese dal giardiniere, che durante la colluttazione cade dalle scale, apparentemente morto: mentre le tre amiche si accordano sulla versione da fornire, scoprono che l’uomo è ancora vivo anche se paralizzato. Da questo momento emergerà il lato peggiore di tutte e tre. Helen Rogers, che ricordiamo per il ruolo di Emily nel terrificante episodio sull’abduzione aliena di V/H/S, Alexandra Turshen e Lauren Molina (The ABC’s of Death 2: N is for Nexus), rispettivamente Holly, Cali e Mel, formano questo trio micidiale di splendide ragazze in grado di architettare piani diabolici; degno di nota è l’interprete del giardiniere Arthur, quel Larry Fessenden particolarmente conosciuto nell’indi made in USA come regista, produttore e attore (We are still here, Southbound).
La regia di Body paga forse lo scotto dell’opera prima e non è esente da pecche, in particolare sulla distribuzione della vicenda nell’arco temporale. Dopo l’inquietante incipit – un flashforward con una misteriosa telefonata su sfondo nero – la storia ci tiene troppo tempo per ingranare, per circa 20 minuti non accade praticamente niente se non la presentazione delle protagoniste e il loro bighellonare fra una casa e l’altra con dialoghi banali (ed è tanto, essendo un film di 75 minuti), poi il mistero si infittisce con la scoperta delle foto ritraenti la famiglia orientale, fino al deflagrare della tensione con l’elemento scatenante di tutto, cioè l’arrivo di Fessenden e il suo presunto omicidio (anche il livello di dialoghi e recitazioni si alza notevolmente). Da questo momento, Body diventa un thriller ansiogeno, serrato e cattivo, giocato quasi esclusivamente sull’aspetto psicologico – solo nel finale entra in scena l’elemento orrorifico con sangue e teste spaccate. I registi giocano su cliché del cinema di paura quali l’horror natalizio e l’home-invasion: ambientandolo durante le feste di Natale, inaspriscono il divario fra l’atmosfera di apparente serenità (evidenziata dalle luci e musiche a tema) e la crudeltà di quanto avviene nella casa – magnifico il finale con le ragazze insanguinate e la musica a contrasto Silent night.
Berk e Olsen sono abili nel mescolare le regole dell’abusato filone home-invasion, sovvertendo continuamente i ruoli di vittima e carnefice e orchestrando una sarabanda di caratteri fra le tre protagoniste: Cali è inizialmente la dominante, Holly la più debole, Mel rimane un po’ sullo sfondo, poi saranno proprio le due succubi a tirar fuori le unghie. Nel tentativo di simulare uno stupro da parte di Arthur per giustificare la legittima difesa, troviamo una scena cult con la Rogers che si toglie le mutande e si fa toccare le parti intime dalla mano dell’inerte Fessenden. Neanche a farlo apposta (o forse sì), proprio in questo momento si scopre essere ancora vivo, un altro snodo cruciale di Body che fa esplodere definitivamente i rapporti all’interno del gruppo.