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Chi sei?

1974
Titolo Originale:
Chi sei?
CAST:
Juliet Mills (Jessica)
Gabriele Lavia (Robert)
Richard Johnson (Dimitri)

Il nostro giudizio

Chi sei? è un film del 1974, diretto da O. Hellman e R. Barret (Ovidio Assonitis, Roberto D’Ettorre Piazzoli)

Chi sei? è un po’ come Salò di Pasolini. Solo che è più bello, non ti fa voltare la testa dall’altra parte, ti sciocca ricorrendo a cose meno facili, meno proletarie. Come Salò perché è costruito su un’architettura non casuale di simboli, di rimandi a distanza, di numeri, di ripetizioni. E di allusioni mute che viene lasciato solo all’intelligenza di un certo tipo di spettatore cogliere. Chi sei? è un glifo da sciogliere ma nello stesso tempo un enigma irrisolvibile. «Dimitri, Dimitri… perché l’hai lasciata fuggire?». “Quella notte eri sul bordo dell’eternità, quando lei ti ha abbandonato nelle tenebre della disperazione”… La risposta è nelle parole della canzone di Syd Wayne “Bargain With the Devil”. Composta prima del film ma che già contiene la trama, il filo, la guida che conduce da quello strano amore che correva tra l’uomo alto e la ragazzina, al mistero di quella notte nera come l’inchiostro nella quale avrebbe dovuto compiersi un nero miracolo… E invece no, perché lui ha permesso che lei se ne andasse, corresse via nel bianco svolazzante della sua tunica, delle infulae che le cingevano la bella fronte… Jessica doveva essere lo strumento, il tramite del “Signore del fuoco eterno” per venire su questa Terra. Ma il piano è fallito, a causa di uno stupido atto d’amore.

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Dimitri era lì, sul limitare dell’infinito, dove tutto era in gioco, ma ha ceduto per la muta supplica di quegli occhi di bimba spaventata… Nessuna versione a noi nota del film dà voce alle parole del satanista in quel momento, quando esce dalle tenebre per sorreggere Jessica terrificata. Solo la giapponese, che ha un incipit particolare, perché il piano sequenza sul tappeto di candele scorre senza la vox diaboli, mentre c’è invece una voce femminile che commenta la metamorfosi nel pentacolo. «Va bene, Jessica, va via…». Un gesto di luce nelle tenebre. Invece, dieci anni dopo, nella luminosità e nel vento di San Francisco il nero avrà il sopravvento. Una magnifica struttura chiastica, è questa, che si ripete puntuale in tutti i film che portano il marchio di Assonitis. Le cose più terribili avvengono nel sole, l’invisibile deve aver luogo nel pienamente visibile. «Dieci anni: un granello di sabbia nell’incommensurabile deserto del tempo…». Dimitri ora è lì, costretto a scegliere tra la sua miserabile vita e quella di Jessica, al bivio a cui il Diavolo lo ha condotto. Lui ora è lì, ma è come se fosse in un altro posto. Dove? In quella macchina che ha arrestato il proprio precipitare dalla scarpata, prima che il mare la inghiottisse? Forse nel Kaf, o nello Sheòl? In un luogo orribile, neutro, dove si ha coscienza di non essere più se stessi…

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«Sono qui ma è come se fossi in un altro posto…»; «Tu sei, in un altro posto…»: il Diavolo lo burla, gli graffia il cervello. Il Diavolo che è l’unica realtà trascendente in questo universo; un Diavolo che non ha nome, perché il Diavolo non può avere nome. «Il nome è essenziale ai fini di quello che sarà l’individuo», è un concetto espresso più volte, con risalto, in Chi sei? Dimitri presto non avrà più un nome. «Non avrai una bara, non avrai una tomba. E non avrai un nome. E chi non ha nome, non può essere chiamato!». Che straordinario personaggio ancipite, Dimitri. Può apparire ora come la disperazione fatta persona, mentre si guarda allo specchio sentendo sul volto lo schiaffo freddo dell’acqua, ancora una volta, per l’ultima volta. Presentendo quell’ultimo tuffo nel Nulla. O può mostrarsi calmo, controllato, persino ironico, quando spiega a Robert perché il gioco, ormai, sta per terminare e perché il Demonio può perpetuarsi eternamente ma solo nella ripetizione, senza nessun soffio creativo. «Adesso per me è giunto il momento di intervenire…». Tra poco l’uomo alto con la barba varcherà la porta, rivedrà Jessica, ricorderà come era bella. Il tempo di pochi minuti, prima che tutto si compia…