Featured Image

Cieco Sordo Muto

2023
REGIA:
Lorenzo Lepori
CAST:
David Brandon (David)
Simona Vannelli (Simona)
Pio Bisanti (Pio)

Il nostro giudizio

Cieco Sordo Muto è un film del 2023, diretto da Lorenzo Lepori

Volendo parafrasare parecchio certe antipatiche “massime”, lavorare su Lovecraft è un viaggio in cui non importa dove andrai ma ciò che conta è il viaggio stesso. Al posto di obiettivi o mete, c’è soltanto l’impresa di rappresentare il non rappresentabile. “Scusa se è poco”, diceva qualcun altro. Chiunque abbia attinto, direttamente o collateralmente, da una materia così eterna e informe ha però trovato il più delle volte ingredienti capaci di affascinare e avviluppare. In coda, arriva Lorenzo Lepori, con una carriera registica ormai lunga alle spalle ma sempre in continua evoluzione e crescita. La scelta del soggetto di partenza, oltre ad essere inedita, è curiosa fino ad un certo punto: Deaf, Dumb, and Blind, pubblicato nel 1925 e scritto da Lovecraft insieme all’amico C.M. Eddie Jr., rappresenta un’ottima alternativa, in ottica low budget, alla letteratura decisamente più nota. La bravura di Lepori e Antonio Tentori, in sede di sceneggiatura, è però quello di ampliare il dramma irrappresentabile a tre personaggi chiave.

Così da una parte abbiamo lo scrittore privo dei sensi (David Brandon) e dall’altra i suoi due assistenti (Simona Vannelli e Pio Bisanti). Una licenza che permette di creare la perfetta base narrativa per questo dramma dell’ignoto. Una folie à trois, verrebbe da dire, che però ha bisogno dei giusti tempi per esplicarsi. Incipit a parte: un cruento e metaforico prologo (con lo stesso Lepori protagonista) che appare quasi come una sorta di continuum del finale di Grida dalla palude. Da qui, ossia dall’ingresso di David e delle sue guide all’interno della villa misteriosa, ha piano piano modo di scatenarsi il “disperato erotico shock” che da sempre contraddistingue lo sguardo del regista. Da una parte c’è il gotico, ben sostenuto dagli interni della location e dalle atmosfere, e dall’altra l’horror anni ’80, con effetti speciali che arrivano al punto e non lesinano mai. Passando ai volti, un David Brandon capace di affrontare di petto un ruolo che spaventerebbe qualunque interprete trova grande sostegno dal duo di attori feticci di Lepori. Vannelli e Bisanti mettono in scena due personaggi dolenti e luciferini allo stesso tempo, capaci di raccontare senza troppe sovrastrutture la possessione del Male e renderla ancora, per fortuna, un mistero insondabile, non lineare, lontano da qualsiasi didascalismo. Anche perché, con cotanto soggetto, crederci può trasformarsi in un atto di fede. E invece, in questo viaggio al seguito dei tre suddetti Caronti, ci si fa trasportare, quasi dolcemente.

Ed ecco che, dopo una prima parte di rincorsa che potrà dare un senso di congelamento ma che comunque serve a dare alcune coordinate sulle dinamiche tra i personaggi, Cieco Sordo Muto inizia ad esprimersi in tutta la sua forza, facendo varcare la soglia dell’ignoto e comunicando definitivamente l’intento. Il contatto, fisico prima ancora che psichico, con le forze che regolano e oscurano si ripropone fedelmente alla materia lovecraftiana, restituendo l’idea di una Natura aliena capace di potenziare, disinibire, trascinare. Ed è così che ai sensi repressi del protagonista fanno da simmetrico contraltare quelli dei suoi aiutanti, rendendoli dunque facili prede per le entità che infestano la villa. Fino al finale, dove l’incubo allucinatorio trova la giusta straniante apoteosi, grazie anche al lavoro di Federico Giammattei che nel film cura sia la fotografia che la colonna sonora (insieme a Marcello Simini). Per chi ha già avuto modo di osservarne la carriera, troverà un Lepori più posato ma non per questo meno concreto.