Colossal
2016
Colossal è un film del 2016, diretto da Nacho Vigalondo
Dal momento che la recensione di Colossal che segue contiene qualche spoiler, chi scrive vi consiglia di saltarlo a piè pari, dare un’occhiata al voto finale e goderselo senza preconcetti quando, dopo l’anteprima al Festival di Toronto dove noi l’abbiamo visto, verrà distribuito sul pianeta. A causa di un esaurimento nervoso e dei suoi problemi di alcolismo, Gloria (Anne Hathaway) ha perso sia il fidanzato che il lavoro a New York. Per rimettersi in sesto, decide di tornare nella sua città natale, dove ritrova l’amico d’infanzia Oscar (Jason Sudeikis). Oscar le dà una mano a rimettere su casa e la assume come barista nel suo locale. Il ritorno di Gloria in città coincide, però, con l’apparizione di un Kaijū dalle sembianze godzillesche che inizia a devastare Seoul, per poi svanire nel nulla. Ben presto, Gloria si rende conto che le apparizioni del mostrone sono legate al suo stato mentale e che l’unico modo per evitare che il suo alter-ego gigante provochi morte e distruzione è quello di trovare equilibrio psicologico e affettivo nella sua vita. Le cose si complicano quando Oscar fa capire a Gloria che la sua amicizia è tutt’altro che disinteressata, perché un secondo mostro (stavolta un robot gigante) appare a Seoul con intenzioni bellicose…
Contrariamente a molti dei suoi connazionali, Nacho Vigalondo non ha mai abboccato ai richiami delle sirene hollywoodiane, rimanendo ben piantato nella sua idea di cinema trasversale e di nicchia. Originario di Cabezón de la Sal, in Spagna, Vigalondo si è laureato in comunicazione visiva all’Università dei Paesi Baschi. Ha esordito nel 2007 con Timecrimes, a cui sono seguiti Extraterrestre (2011) e Open Windows (2014), il primo film da lui girato negli Stati Uniti. Confessiamo che il suo cinema sghembo non ci ha mai convinto più di tanto, ma è arrivato il momento di chiedergli scusa, perché Colossal è una delle sorprese più piacevoli degli ultimi anni.
Con un’idea di partenza così folle si poteva facilmente finire nel ridicolo, ma qui il regista opera un piccolo miracolo: non solo riesce a trovare un ottimo equilibrio tra componenti in apparenza incompatibili (commedia, dramma e monster movie), ma con pochi mezzi a disposizione, e un cast azzeccatissimo, ci fa realmente credere in questa favola agrodolce. Poi va da sé che gran parte del merito spetta alla splendida Anne Hathaway (una che ti fa innamorare anche quando è di spalle), ma bisogna avere fegato e talento per proporre quella che potremmo definire come una versione romantica, stralunata e minimalista di Pacific Rim. In un mondo ideale, questo dovrebbe essere il film per far sognare e riflettere sull’amore. Nel mondo reale, ahimè, tocca sorbirci Bridget Jones. Dategli una chance e Colossal vi incanterà.