Crawl – Intrappolati
2019
Crawl – Intrappolati è un film del 2019, diretto da Alexandre Aja.
Thriller, horror, forse eco-vengeance, nella concezione del perché si ostinino a costruire case nei pressi di paludi infestate da giganteschi rettili famelici. Parlare di un film come Crawl – Intrappolati può essere una vera fregatura. A una prima occhiata è la cosa più semplice del mondo: padre e figlia restano intrappolati sotto la loro casa durante un uragano, devono salvarsi la vita dall’acqua e dagli alligatori che hanno invaso la zona. Per una certa tipologia di spettatori questo è quanto, si potrebbe smettere di scrivere qui, addio e grazie per tutto il pesce, come direbbe il mai abbastanza compianto Douglas Adams. E la cosa divertente è che sì, è esattamente tutto qui. Furia della natura che devasta le città, predatori letali nettamente superiori all’uomo e, in inferiorità, esseri umani destinati alla morte. Non fosse per l’incrollabile forza d’animo che spinge oltre i limiti, il potere della sopravvivenza, lo spirito indomito dell’umanità che non cede all’inevitabile. Ricordatevi di Alamo! Se adesso state cantando l’inno americano abbracciando una bandiera a stelle e strisce non preoccupatevi, è perfettamente normale.
Tuttavia, poiché nelle migliori avventure c’è sempre un tuttavia, Crawl è prima di tutto un dramma famigliare, uno di quei film che vorrebbero utilizzare un pretesto catastrofico per parlare d’altro, per mettere in moto un discorso intimista. E così Haley, con il viso dolce e sexy di Kaya Scodelario, si ritrova a dover cercare il padre, il Barry Pepper di Flags of Our Fathers e Il Grinta, che non dà sue notizie nonostante l’uragano in arrivo. Il loro rapporto è teso, complicato dal fatto che hanno caratteri simili, ancorati a un passato minato da faccende irrisolte. L’attaccamento a ciò ch’è stato non possiede però, consuetudine questa maggiormente europea, un valore negativo, non è una fastidiosa zavorra che occorre accantonare. Anzi, è dal passato che arriva la forza per superare le avversità del presente. Haley è bloccata nei ricordi, a differenza della sorella che si preoccupa a distanza e le parla con il figlio piccolo in braccio, proiettata nel presente e nel futuro. Ma sarà grazie a quei ricordi che il rapporto col padre evolverà e lascerà spazio alla vittoria più grande, quella della vita.
Due interpretazioni, due visioni, due facce della stessa medaglia. Ma quindi cos’è davvero Crawl – Intappolati? In un bel moto circolare, torniamo alla partenza: è esattamente ciò che sembra. Il film di Alexandre Aja, regista dello splendido Alta Tensione, è un solido b-movie a budget ridotto che mantiene ciò che promette. Sebbene serva una sospensione dell’incredulità notevole per sostenere la visione di due protagonisti invincibili, nonostante ferite che abbatterebbero un rinoceronte e nonostante qualunque altro essere umano trovi la morte tra le fauci degli alligatori. Se volete superare questo scoglio e la vaga sensazione di dejà vu, avrete un film che può oggettivamente intrattenere, tra jump scare più o meno riusciti e un’ambientazione funzionale, che mette gli umani nelle condizioni di movimento dei rettili. Il crawlspace, il tipico sottopavimento americano dove si svolge gran parte del film, è infatti non solo un gioco di parole legato al titolo e allo strisciare dell’alligatore che consente ad Aja di giocare molto sull’arte predatoria dei suoi animali. Insomma, non è Lake Placid, ma dopotutto una serata in compagnia di qualche alligatore non ha nessuna controindicazione.