Featured Image

Dark Harvest

2023
REGIA:
David Slade
CAST:
Casey Likes (Richie Shepard)
E'myri Crutchfield (Kelly Haines)
Dustin Ceithamer (Sawtooth Jack/October Boy)

Il nostro giudizio

Dark Harvest è un film del 2023, diretto da David Slade.

Ogni anno, la vigilia di Ognissanti, in un’anonima cittadella sperduta nel polveroso Midwest americano la storia di ripete. Il caro vecchio Swatooth Jack, mostruoso spaventapasseri dalla testa di zucca e dal cuore di dolciumi, se ne esce bello bello dal campo di grano nel quale è rimasto tranquillo a germogliare per dodici lunghe lune, affamato di giovane carne e assetato d’imberbe sangue, pronto a seminare morte e distruzione fra i bigotti abitanti del reazionario circondario. Tocca dunque agli scalmanati Children of the Corn di quartiere, opportunamente mascherati e ben armati dalla locale Gilda dei Mietitori, dare la caccia al famelico babau prima che, con il rintocco della mezzanotte, costui varchi la sacra soglia della chiesetta cittadina, riservando al fortunato uccisore gloria, ricchezza e l’imperitura riconoscenza per aver ipotecato una nuova annata di abbondanza e serenità. Un onore che il giovane Richie Shepard (Casey Likes) vorrebbe a tutti i costi acciuffare, partecipando alla tanto attesa Purga del 1963 per poter così eguagliare le passate gesta del fratellone Jim (Britan Dalton) e riscattare una volta per tutte la propria fama di eterno dannato.

Ma grazie all’aiuto della bella ed egualmente emarginata Kelly (Emyri Crutchfield), il nostro ragazzotto perduto (e perdente) inizierà a portare alla luce il terribile segreto che si cela dietro l’annuale Notte del Giudizio; dimostrando come, se è vero che ogni mondo è paese, altrettanto vero è il fatto che ogni Desperation nasconda un proprio oscuro universo, da cui fuggire non sarà poi così semplice. C’è davvero tutto ciò che ci si aspetterebbe di trovare all’interno di un titolo come Dark Harvest, a cominciare da un temibile villain da leggenda metropolitana – anzi, paesana – che, pescando a piene mani tanto dalla cinematografica (e sfortunata) mitologia di Pumpkinhead quanto dalle inquietanti atmosfere folk-horroristiche di quel piccolo incubo televisivo che fu Dark Night of the Scarecrow, non fatica certo a trovare il proprio sacrosanto posticino tra gli spauracchi da manuale di un perfetto raccontino di Halloween. Ed è proprio dall’omonimo romanzo de paura di Norman Partridage che il redivivo David Slade sceglie di attingere per dar forma ad una sesta prova registica che, pur lontana anni luce dalla gelida cattiveria di Hard Candy e dagli altrettanto glaciali canini di 30 Giorni di Buio, zitta zitta, quatta quatta si porta a casa la propria spaventevole pagnotta senza eccessiva infamia né sbrodolante lode.

Con un sanguigno (e sanguinolento) coté di efferati accoppiamenti che tanto fanno bene agli occhi quanto al cuore, conditi da un marcissimo mood dal sordido retrogusto kinghiano, Dark Harvest mantiene sino in fondo gran parte di ciò che promette, senza trucchetti né inganni di sorta e, cosa più importante, rimanendo saldamente coerente con sé stesso e con la propria onesta natura di spavento usa e getta. Un prodotto godibile seppur non certo memorabile, fortunatamente del tutto privo dell’ostinata presunzione, oggi così tanto in voga, di voler entrare a tutti i costi nei filmici annali della paura. Ben consapevole che, ieri come oggi, Colui che cammina oltre i filari è sempre pronto a mietere nuove cinefile vittime, donandoci un rigoglioso oscuro raccolto che, se macinato con un briciolo di onestà, qualcosina di appetibile e vagamente gustoso pare ancora in grado di donarcelo.