Deaf Lovers
2024
Deaf Lovers è un film del 2024, diretto da Boris Guts.
Presentato al Tallinn Black Nights Film Festival in competizione nella Selezione Ufficiale, il film del regista russo, co-produzione tra Estonia e Serbia, ambientato ad Istanbul, con protagonisti un giovane russo e una giovane ucraina, ha creato non poche polemiche nel corso del festival estone ed è stato rimosso dalla sezione Standing with Ukraine, pur restando in concorso. I due protagonisti, magnetici, originali, indimenticabili, sono di fatto gli unici volti e corpi (quanto mai interconnessi in una prepotente fisicità) di un racconto straziante e distorto, che riesce incredibilmente a mantenersi in equilibrio tra un lirico romanticismo e delle drammatiche tinte claustrofobiche. Lei, ucraina (Anastasia Shemyakina), lui russo (Daniil Gazizullin), un’attrazione che nasce e si sviluppa in maniera rapidissima, alimentata dalla necessità di esprimersi con qualcuno che condivida lo stesso tipo di vita e di difficoltà.
Il film di Boris Guts è quindi un susseguirsi di momenti intimi della coppia, nei quali sono frequenti, ma controllatissime, le incursioni della guerra tra i loro paesi. Memorabile la scena, di una sottigliezza impressionante, in cui viene praticato del sesso orale, con la camera fissa sullo sguardo di lei distratto dalle immagini, mentre si sente in sottofondo una cronaca del conflitto. Per la gran parte della sua durata, il lungometraggio vive infatti della potenza della sua scenografia, fotografia e regia. La sceneggiatura, quando si tratta dei dialoghi tra i due, è in molti casi solo di circostanza e comunque risulta debole e secondaria. Interessanti e ben scritte invece le parti, al limite del poetico, che descrivono gli effetti del conflitto sulle persone che ruotano attorno ai due protagonisti. Che questo contrasto sia voluto oppure sia soltanto una carenza di attenzione? Difficile da dire, ma facile da percepire.
Deaf Lovers, pur allineando una serie di riuscitissime scelte, non è sicuramente esente da piccoli difetti, i quali però, quasi in un paradosso lo rendono più autentico e grezzo, facendogli evitare il rischio di risultare troppo preconfezionato. L’unico vero grande problema risiede forse in quello che sembra un finale raffazzonato e affrettato, dove tutte i conflitti interni dei suoi protagonisti si sciolgono troppo banalmente e manca il tempo per un approfondimento davvero di spessore. La tensione cresce molto bene fino al momento del confronto finale fra i due, ma si sgonfia troppo velocemente, finendo per lasciare un po’ l’amaro in bocca allo spettatore. Necessario menzionare infine il lavoro sulla colonna sonora, meravigliosa, potente, sensoriale, ma, purtroppo, fin troppe volte ridondante. La musica è senza dubbio il terzo protagonista insieme alla giovane coppia ed è un peccato che si arrivi a sentire forte e chiara la sua presenza, quando sarebbe stato preferibile avere un tappeto musicale che coprisse la storia, più che il contrario. In ogni caso, il film di Guts si conferma come un necessario figlio del suo tempo, pur con tutte le sbavature del caso.