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Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea

1972
Titolo Originale:
Tragic Ceremony
REGIA:
Riccardo Freda
CAST:
Camille Keaton (Jane)
Tony Isbert (Bill)
Máximo Valverde (Joe)

Il nostro giudizio

Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea è un film del 1972, diretto da Riccardo Freda.

Bill (Tony Isbert), un giovanotto di buona famiglia, è in vacanza con Joe (Maximo Valverde), Fred (Giovanni Petrucci) e Jane (Camille Keaton), una ragazza da cui si sente attratto. Per conquistarla le regala una misteriosa collana di perle, che si diceva appartenuta a una donna posseduta dal demonio . Dal momento in cui Jane la indossa, si susseguono strani avvenimenti. La macchina in cui i giovani viaggiano resta senza carburante, e sono costretti a cercare riparo in una villa del posto, di proprietà dei coniugi Alexander (Luigi Pistilli e Luciana Paluzzi). Ma quella notte è in corso nella villa un cerimoniale occulto, e Jane viene scelta dai partecipanti come agnello sacrificale. I ragazzi riescono a salvarla in extremis, uccidendo Lady Alexander, il che genera una reazione di isteria collettiva tra gli adepti della setta che cominciano a massacrarsi a vicenda. Fuggiti dalla villa, i giovani riparano nella casa di campagna di Bill ed è qui che apprendono la notizia che di tutti i corpi ritrovati nell’abitazione, manca proprio quello di Lady Alexander… Malgrado il titolo che strizza l’occhio al poliziesco in voga al tempo, Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea è di fatto un horror gotico, un “giallo sulla magia nera”, come veniva annunciato dalla stampa di settore, sulla cui genesi vale la pena spendere qualche parola. Riccardo Freda, nel ’72, dopo l’insuccesso commerciale di La salamandra del deserto stava cercando di mettere in piedi un ambizioso film sulla vita di Lucky Luciano, da girarsi in America, col titolo L’imperatore di New York, quando venne chiamato a dirigere questo film, originariamente intitolato Quella maledetta sera in casa Alexander, in sostituzione di Mario Bianchi, che lo aveva ideato e sceneggiato.

Le riprese di Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea cominciano nel giugno 1972, con capitali italiani e spagnoli, ma dopo pochi giorni di lavorazione Freda lascia il set, probabilmente a causa di dissidi con la produzione, proprio come avvenne per I vampiri e Caltiki. Questa volta, però, non c’è Bava a salvare il salvabile, bensì Filippo Walter Ratti, che porta a termine l’opera con risultati artistici facilmente immaginabili. Il film finito manifesta tutti i problemi incontrati durante la realizzazione: alterna sequenze riuscite (come la discesa nei sotterranei della villa di una Camille Keaton in stato di trance, illuminata soltanto dalla spettrale luce di un candelabro e accompagnata da un vento incessante) che rimandano ai capolavori gotici degli anni ’60, ad altre girate con rara imperizia tecnica e grossolanità. La storia fa acqua da tutte le parti, nonostante la sceneggiatura (che prevedeva uno svolgimento circolare) sia stata in parte aggiustata in fase di riprese: è aggiunto un flashback in cui Bill regala la collana di perle a sua madre e ne racconta la provenienza, e una coda in cui Paul Muller tenta di dare una spiegazione logica agli eventi, in un monologo a dir poco delirante.

Viene invece soppressa una scena in cui Pistilli mostra ai partecipanti al Sabba un filmato in 16 mm ambientato tra templi indiani («fu in questi luoghi che mi apparve la prima volta») che metteva in luce l’origine ultraterrena di Lady Alexander. Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea debutta nelle sale italiane nel dicembre ’72 (in Spagna arriverà soltanto due anni più tardi) e sparisce presto dalla circolazione. Freda (che ha sempre misconosciuto questo film) tornerà a tematiche simili l’anno successivo con Gli esorcisti, da una sceneggiatura scritta di suo pugno tratta da un soggetto di Mario Righi (che avrebbe dovuto finanziarlo con la Alexander Cinematografica Internazionale). Il cast indicato in via preventiva sui fogli di lavorazione, vedeva protagonista Antonia Santilli, con Adolfo Lastretti e Claudio Cassinelli, ma il tutto non andò oltre la fase di pre-produzione.