Evolution
2015
Evolution è un film del 2015, diretto da Lucile Hadžihalilovi.
Lucile Hadžihalilovi, nata a Lione, si è formata a Parigi. Compagna del regista Gaspar Noé, è anche sua collaboratrice. Con Evolution firma la sua terza regia dopo La bouche de Jean-Pierre (1996) e Innocence (2004). E proprio come in Innocence, anche qui si narra la storia di un infanzia violata o, per lo meno, turbata. Su un’isoletta sperduta chissà dove, vive una comunità di donne e bambine. Non ci sono maschi adulti. Le donne poi hanno strane ventose sulla schiena. Eh sì, perché queste donne altro non sono che un’ “evoluzione” delle stelle marine, capaci di autogenerarsi e partorire solo bambini di sesso maschile che a loro volta verranno “ingravidati” per metter al mondo altre donne-marine in grado di proseguire l’evoluzione della specie.
Solo “le petit Nicholas” (Max Brebant) si domanda cosa stia succedendo a lui e ai suoi amichetti, costretti a sottoporsi a misteriosi esami nel desolante ospedale del paese; o il perché di quegli strani incontri notturni in riva al mare, dove i corpi di sua madre (Julie-Marie Parmentier) e delle altre donne del posto, si confondono gli uni negli altri come nel Society di Brian Yuzna. Come Innocence anche Evolution ha la morfologia della fiaba per adulti, dove erotismo e crudeltà si amalgamano in una dimensione onirica più affine a Marc Caro che non a Jean-Pierre Jeunet; così come il risultato complessivo più che a Ma come si può uccidere un bambino? rimanda (involontariamente) al poco fortunato Insensibles di Juan Carlos Medina.
Rispetto a Innocence, però, il gioco astratto tra cinema di genere e pretese artistiche riesce meno o, semplicemente, appare già demodé; ed Evolution, al di là delle meravigliose riprese subacquee di Manuel Dacosse (Amer, Alleluja), si rivela opera effimera – o almeno fine a se stessa –, che non può o non vuole trovare spazio nell’industria cinematografica al di fuori dell’ombra della Torre Eiffel.