Figli del femminicidio
2024
Figli del femminicidio è un docufilm del 2024, diretta da Valentina Nespolo.
Ci sono casi in cui il nemico dorme nel nostro letto. Non esiste una difesa se non culturale insieme alla consapevolezza delle donne stesse supportate dalle istituzioni. A Venezia 81 un docufilm preferisce le domande alle risposte facili. In Figli del femminicidio, presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, la giornalista Francesca Carollo e l’artista Jo Squillo, rispettivamente Presidente e Fondatrice di Wall of Dolls Onlus, contribuiscono a raccontare le storie di lacrime e sangue di alcuni orfani, sopravvissuti al dolore inferto, quasi sempre, da padri omicidi. Bambini o ragazzi che oltre al trauma della perdita della madre devono convivere con questa doppia tragedia cercando di ridare un senso alle loro vite. Valentina Belvisi, Luca Mantaque e Giuseppe Delmonte sono i protagonisti nella realtà e nel racconto che, per l’appunto, presenta più interrogativi che soluzioni. Perché “Gli orfani di femminicidio sono bambini che hanno una vita in salita – dice Francesca Carollo, giornalista Mediaset – non possiamo dimenticarli e noi di Wall of Dolls, simbolo nazionale contro la violenza sulle donne, vogliamo farci portavoce anche dei loro bisogni. Le leggi ci sono, sono stati fatti dei grandi passi avanti, ma spesso sono di difficile applicazione, ce lo raccontano loro. Ecco perché quest’anno abbiamo voluto dedicare il docufilm proprio a questi ragazzi. Basti pensare che persino censirli risulta difficile, il che poi rende complesso e tortuoso accedere ai fondi. A loro – conclude Carollo – vanno dati dignità, forza, e il coraggio di sognare ancora”.
Ai protagonisti del docufilm la vita non ha fatto sconti: il 15 gennaio 2017 Valentina per mano di Luigi – così lei chiama quello che per la legge era suo padre – perde con ventinove coltellate Rosanna Belvisi, la mamma; Luca vede morire la madre, Annunziata Giordano il 25 settembre 2019 per un’emorragia cerebrale sulle cui cause non si è fatta ancora chiarezza; la mamma di Giuseppe, Olga Granà, viene uccisa a colpi d’ascia dall’ex marito ad Albrizzate, Varese, il 26 luglio 1997. Di una cosa sono tutti certi. Si sopravvive, forse, solo per dare un senso al proprio dolore battagliando per il riconoscimento dei diritti degli orfani di femminicidio. Jo Squillo non nasconde che ciò che l’ha colpita sono la forza e la dignità delle vittime che trovano il coraggio di raccontare tanta sofferenza. Barbara Bavastro, Presidente di Wall of Dolls Liguria, non ha dubbi: “Solo dando voce alle vittime, anche attraverso un racconto, possiamo alleviare il peso di un fardello così pesante da sopportare”. Regione Veneto e Veneto Film Commission hanno sostenuto Figli del femminicidio che esplora le diverse sfaccettature della violenza domestica e, pertanto, detiene un forte impatto sociale. Un tributo al femminile, ancestralmente stuprato, oppresso, ignorato e alla bellezza della rinascita dopo la violenza.