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Fortitude

2015
Titolo Originale:
Fortitude
REGIA:
Sam Miller
CAST:
Richard Dormer (Sheriff Dan Andersen)
Stanley Tucci (DCI Eugene Morton)
Michael Gambon (Henry Tyson)

Il nostro giudizio

Fortitude è una serie del 2015, trasmessa in Italia nel 2015, ideata da Simon Donald. 

Fortitude. Fortitudo. Fortezza. Sia nel senso astratto sia in quello concreto. Forza e luogo impenetrabile, invalicabile, inviolabile. A Fortitude, nei pressi del circolo polare artico, hanno il problema di non poter seppellire i cadaveri in un terreno che non ne consentirebbe la dissoluzione. Ma ciò a parte e a parte le incursioni una tantum degli orsi polari, tutto sembrerebbe scorrere nella normalità: un’esistenza quasi idilliaca. Fino al giorno in cui il corpo del responsabile di un centro di ricerche locali viene ritrovato in casa sua come se dal ventre gli fosse esploso un facehugger, uno di quei granchi tentacolati che facevano deflagrare i corpi in Alien. La faccenda scoppia come un bubbone nell’apparente quiete bianca di Fortitude, dove la governatrice Hildur Odegard (Sofie Gråbøl) è assorbita dal progetto della costruzione di un hotel di ghiaccio che l’allucinante flusso dei nuovi eventi, però, rischia di arrestare.

Allucinante perché il morto, come si penserebbe subito, non è stato sbranato da un orso bianco, ma tramortito prima e poi sventrato a mani nude da un bambino di colore, figlio di un ex soldato (Nicholas Pinnock) che ora lavora nelle squadre di soccorso della polizia e che tradisce la moglie con la bellissima Elena Ledesma (Verónica Echegui), una che arriva non si sa bene da dove. Catene di relazioni strane e difficili e di verità finora celate, ghiacciate, si sollevano in seguito al delitto, per indagare sul quale atterra da Londra Stanley Tucci che dovrebbe fiancheggiare lo sgradevole sceriffo del posto, Dan Anderssen (Richard Dormer). Eccetera eccetera eccetera. L’archetipo degli archetipi è quello di Twin Peaks, ma più che Lynch vengono alla mente le cose belle forti e i sanguinacci che piacciono a noi, con sequenze che rischiano davvero di farti voltare la faccia dall’altra parte, come quando un’altra ragazza, una cicciona che ha un fidanzato che gode nell’ingozzarla di cibo come un’oca, preda dello stesso raptus che ha ghermito il negretto, ficca le sue manone nella pancia della madre e poi comincia a strappare.

Simon Donald è l’ideatore di questa notevole trappola di ghiaccio che dal proprio ventre restituisce, dopo eoni, cimiteri di mammut, fortune in avorio, tossine ambientali che fanno dar fuori da matti i cervelli contagiati e qualcos’altro di ancora più sinistro e pericoloso, che seguiamo con grandissimo coinvolgimento le dieci puntate della serie per arrivare infine a scoprire che cosa diavolo sia. Prodotta dalla inglese Fifty Fathoms per Sky Atlantic, Fortitude ci è piaciuta soprattutto per la componente laica e assolutamente materiale, anzi materica, che la distingue. Cambiato quel che c’è da cambiare, può venire messa in parallelo con The Knick, per il tripudio della fisiologia alla quale si riducono i processi umani e tutti i rapporti. Come se il freddo e il gelo levassero di mezzo tutti gli orpelli inutili e lasciassero solo la forza pura dell’immanenza. La grande immagine, simbolica, della serie, è perciò quella di Sienna Guillory (con nudo integrale in sauna, tra parentesi) sempre più bella, sempre più ossuta, che traffica su tavolacci in alluminio con cadaveri sezionati di orsi bianchi e di renne anatomizzate.