Freaks
1932
Freaks è un film del 1932, diretto da Todd Browning
Può un film danneggiare l’intera carriera di un regista marchiandolo in maniera implacabile per tutto il resto della sua carriera?! Ebbene, sì, se prendiamo in considerazione il personaggio di Tod Browning e il suo “film maledetto” Freaks (1932). Americano, Charles Browning, questo il suo vero nome, poco più che adolescente scappa di casa per darsi alla vita circense facendosi da allora in poi chiamare, appunto, con lo pseudonimo di Tod. Durante un suo soggiorno a New York incontra D.W.Griffith, famoso a tutt’oggi per quell’immenso capolavoro della storia del Cinema muto che è Intolerance. Dopo diverse esperienze come sceneggiatore e regista, firma nel 1931 la direzione di Dracula con Bela Lugosi e solamente l’anno dopo il suo capolavoro più terribile Freaks. La storia prende spunto da un raccontino di Tod Robbins apparso nel 1923 su una nota rivista americana, il Munsey’s Magazine, sotto il titolo di Spurs. In un circo francese composto per lo più da fenomeni da baraccone, la bellissima trapezista Cleopatra (Olga Baclanova) finge per interesse di essere innamorata del nano Hans (Harry Earles) il quale è già legato sentimentalmente ad un’altra nanetta. Hans perde la testa per le effusioni di Cleo la quale decide di sposarlo con l’intenzione di ucciderlo e spartirsi l’eredità con Ercole (Henry Victor), il suo collega e amante. I due però non hanno fatto i conti con gli altri “freaks”, esseri abnormi capaci come qualunque essere umano di amare e odiare il prossimo. Fin qui nulla di strano se non fosse per il fatto che Tod Browning scelse di girare il film con persone realmente menomate e quindi lo spettatore vede sfilarsi sotto gli occhi, per dirla alla Victor Hugo, un’intera corte dei miracoli: nani, gemelli siamesi, uomini-tronco, donne barbute, mutilati di nascita, uomini-scheletro, micro e macro-cefali e, sì, anche un ermafrodito!
Girato tutto in studio, già dopo la prima, nel febbraio ’32, la MgM che aveva prodotto l’opera decide di toglierla dalla circolazione mutilandola, si direbbe per contrappasso – e chi conosce il film sa di cosa parlo –, di numerose scene che la alleggerirono fin quasi a non garantirle più quella sua propria raison d’être che tanto la connotava. Circa mezz’ora di scene tagliate e andate perdute ridussero il film da 90 minuti ai 64 che oggi conosciamo. Solo pochi fortunati, dunque, poterono vedere la pellicola in tutta la sua “più integrale mostruosità”: la critica si scagliò impietosa e condannò il film all’oblìo. Negli Stati Uniti fu vietata la proiezione in alcune città, in Inghilterra venne bandito per più di trent’anni e la stessa sorte gli toccò nella Germania Nazista e nell’Italia fascista. Non tutte le critiche, però, furono cattive: alcuni giornali americani, tra cui il New York Times, scrissero che Freaks sarebbe stato troppo difficile da dimenticare e che per qualche strana ragione la pellicola non è solo emozionante ma anche commovente. Ebbene sì! Una volta che lo spettatore riesce ad accettare la realtà dei personaggi che caratterizzano l’opera di Browning, il film diventa addirittura lacrimevole: il regista gioca sul rovesciamento dei ruoli e ci fa venire il dubbio su chi siano i veri mostri. Politicamente scorretto dunque ma con una morale fortissima. In Italia venne proiettato per la prima volta in qualche cinema a metà degli anni ’70 e in televisione venne prima mandato in onda in versione originale con sottotitoli, all’inizio degli anni ’80, poi, su richiesta della Rai, fu doppiato per essere messo nel contenitore di Fuori orario nel 1990.
L’altissimo valore di Freaks come viene detto nel prologo dell’opera è che «un film come questo non avrà più occasione di essere girato giacché la scienza moderna e la teratologia stanno rapidamente eliminando questi scherzi della Natura». Il messaggio che i freaks ci mandano è potente: «Offendete anche uno solo di noi e ci avrete offesi tutti quanti.» Un pugno nello stomaco a chi pensi si tratti solo di un film. Girato senza riserbo di ipocrisie e buonismo a buon mercato, come invece sono caratterizzate tante opere attuali per il cinema o la televisione che affrontano il delicato tema della disabilità e malattia. Freaks a tutt’oggi non è ancora disponibile in blu-ray ma c’è da sperare che la cara Criterion ne partorisca presto una degna edizione. In ogni caso, le versioni estere in dvd sono abbastanza buone, in particolare quella francese curata anche nella sua veste “fisica”: un bel cofanetto a due dischi ricco di contenuti speciali: un commento audio del critico David Skal, un documentario sul film con interviste a diversi cineasti e studiosi, ben tre finali alternativi e un film muto dello stesso Browning, Lo sconosciuto (1927), considerato questo un precursore di Freaks. L’edizione dvd italiana è, facendole un complimento, misera: film mal restaurato, audio solo inglese, extra solo da leggere con errori di battitura da far ridere, niente finali alternativi e prologo eliminato. A chi volesse vedere quest’ultimo in versione italiana consiglio di procurarsi la cara vecchia vhs Warner uscita nel 2002. Ultima nota: chi è interessato all’argomento sui cosiddetti freaks più famosi della Storia consiglio i libri I veri mostri. Storia e tradizione di C.J.S. Thompson; Freaks. Miti e immagini dell’io segreto di Leslie Fiedler; e il più recente Storia dei Freak. Mostri come noi di Omar López.