Fuoco Fatuo
2022
Fuoco Fatuo è un film del 2022, diretto da João Pedro Rodrigues.
Dall’autore del selvaggio e travolgente O Fantasma (2000), amato ferocemente, e O Ornitologo (2016), cioè João Pedro Rodrigues, non ci si poteva aspettare che un’altra esperienza allucinogena anche con Fuoco Fatuo (Fogo-Fatuo in originale), film di 67 minuti ora disponibile su MUBI. Per sua stessa ammissione si tratta si di una “fantasia musicale”, ma è una descrizione dell’opera a dir poco riduttiva. Palesemente un conoscitore di arte e cinefilo d’elite, Rodrigues confeziona un ibrido che viaggia su multipli livelli visivi e omaggiante tanta cultura pop e queer. Il film è un musical, ma è anche una sorta di rappresentazione teatrale, un viaggio onirico e un liberatorio omaggio al cinema erotico e porno gay… ma con la trama di fondo che è una love story che attraversa il tempo e lo spazio. Si parte con la metafora, orgogliosamente non malcelata, dell’albero (fonte di vita) come il fallo, il quale fa da puntello (ooops) durante tutto l’arco narrativo. Alfredo, giovane rampollo della famiglia regnante portoghese ha un’erezione quando il padre (uno sugardaddy che levate…) gli fa lo “spiegone” sui tronchi degli alberi che costituiscono le foreste, polmoni verdi e radici salde del mondo. E capisce. Capisce che il Palo Santo dovrà essere il suo futuro, incentivato da incendi che stanno decimando gli alberi in questione.
Rinuncia al ruolo di erede al trono, entra nei pompieri e inizia un viaggio sublime in un mondo dove eroi dai corpi perfetti (contrappuntati dalle colleghe femminili volutamente non attraenti – Rodrigues non ha problemi di sottigliezza) creano coreografie omoerotiche ispirate a quadri famosi, con balletti e varie e soprattutto inizia una relazione con il collega Alfonso, incaricato di formarlo. Peccato (si fa per dire) che Alfonso sia un adone da urlo che lo travolge e la passione li trascina, attraverso esercitazioni e “sexual romp”, in sequenze che sono chiari omaggi al cinema di James Bidgood (e nello specifico al suo mirabolante Pink Narcissus); la scena nel bosco, dove Alfonso si denuda e aspetta Alfredo appoggiato al tronco d’albero – ebano su ebano – è di una bellezza e di una potenza evocativa senza eguali. La scena di sesso è parzialmente rovinata dall’uso dei membri posticci (quello di Alfredo sembra quasi uno di quei giocattoli di Carnevale) con tanto di giant eiaculata, ma nel contesto larger than life ed espressionista dello stile caratteristico di Rodrigues stona meno di quanto potrebbe. Arriva il punto di rottura con l’inserimento straniante della realtà nella trama: il padre monarca/sugardaddy muore di Covid e Alfredo sente di dover tornare nell’alveo familiare a prendere il timone come regnante. Fine della relazione con Alfonso. Fast forward 2069: Alfredo è sul letto di morte. Una futurista nuova squadra dei pompieri (con look che fa tanto Spazio 1999) lo vuole omaggiare con funerali degni di un membro dell’arma.
Qui Rodrigues sfodera invece tutto l’amore che ha per l’Almodovar prima maniera (soprattutto Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio) mettendo in scena delle esequie con un performer canterino e due “piangenti” velate e pettegole, che però sembrano uscite dalla fantasia di Ryan Murphy mentre scriveva i personaggi sadomaso di American Horror Story. Mentre il cantante profetizza l’arrivo di una figura incappucciata, dato che l’affluenza è scarsa, questa si materializza: altri non è che Alfonso, il quale nel frattempo è diventato presidente della repubblica! Fim, dice l’inizio dei titoli di coda. Ma l’eco di questo lavoro caleidoscopico riverbera nella mente di chi lo visiona come una matrioska, ancora e ancora. Rodrigues crea un puzzle di tableau vivant (non solo quelli palesati, e messi in atto dai pompieri nudi e sfacciati), partendo dalle scene in famiglia a tavola, attraverso le esercitazioni in caserma e finendo con lo spettacolo funerario. Un film multicitazionista ma libero, denso e ferroso come il sangue che scorre nelle vene dei due protagonisti, belli, giovani e innamorati. Mauro Costa è perfetto nel ruolo del leggiadro e “regale” Alfredo, mentre Andrè Cabral (Alfonso) ruba la scena con la sua fisicità e… alchimia alle stelle. Cameo di Oceano Cruz, ex stella del calcio, nel ruolo di Alfonso/presidente della repubblica. Ah, si, c’è anche Amalia Rodrigues nella colonna sonora. La perfezione? Di più.