Featured Image

The Gerber syndrome

2010
Titolo Originale:
The Gerber syndrome
REGIA:
Maxi Dejoie
CAST:
Valentina Bartolo (Melissa)
Elisabetta Fischer (Mamma)
Pia Lanciotti (Virginia)

Il nostro giudizio

The Gerber syndrome: un orribile contagio, la sindrome di Gerber, semina morti tra la popolazione ma le autorità minimizzano. Una troupe televisiva decide di seguire il caso di una infetta, mentre il virus si diffonde.

The Gerber Syndrome, mockumentary del 2011 presentato in anteprima all’ undicesima edizione del TOHorror Film Fest, dove ha riscosso numerosi consensi, è l’opera prima del giovane regista torinese Maxì Dejoie, prodotta dalla casa indipendente Indastria Film. Una pellicola che per molti versi si discosta dal tradizionale pattern del finto documentario, il quale in molti casi sta purtroppo diventando un clichè sempre più uguale a se stesso. Il paragone con titoli come Rec sorge spontaneo, ma le differenze sono evidenti, dando a The Gerber Syndrome il dono di un ‘originalità che lo rende unico ed interessante.

Il suo essere fortemente indipendente ha il vantaggio di non dover scendere a compromessi: il film è spesso duro, violento, anche impietoso nello sguardo morboso, quasi “pornografico”, della videocamera che riprende anche ciò che non dovrebbe essere mostrato: il dolore della famiglia di Melissa, ma anche e soprattutto i metodi brutali del CS, la Central Security, organo di sicurezza fondato con estrema rapidità al diffondersi del morbo, il cinismo di Luigi, che del CS fa parte, la mentalità collettiva che vede gli infetti non più come esseri umani, ma come mostri da isolare e distruggere. Tutto ciò viene a formare un’ arguta ed intelligente critica non solo alla solita “tv del dolore”, che sguazza nel torbido, ma soprattutto alla violenza di certi metodi, in una sorta di metafora che mostra gli infetti come simbolo degli outsiders, dei “diversi” che diventano vittime della repressione degli organi di sicurezza e del razzismo violento di frange estreme di vigilantes, che nella loro missione di “pulizia” sfogano una violenza repressa che poco ha a che fare con la sicurezza pubblica di cui parlano: dolorosa e disturbante la scena in cui un infetto viene picchiato a sangue e poi bruciato, nella folle esaltazione di questi giustizieri da quattro soldi.

Ottima prova d’ attore di Sax Nicosia, che interpreta il dottor Antonio Ricardi, ma tutto il cast si dimostra capace, con interpretazioni spontanee e credibili. Tecnicamente assai ben realizzato, il film rappresenta una prova coraggiosa e pienamente riuscita, da parte di un cinema indipendente italiano che lotta contro mille difficoltà, e che si spera riesca, meritatamente, ad emergere.