Giro, girotondo, con il sesso è bello il mondo
1975
Giro, girotondo, con il sesso è bello il mondo è un film del 1975, diretto da Oscar Brazzi.
Si tratta senz’altro del cult più estremo nella filmografia estremamente cult di Oscar Brazzi. Uscito nel 1975, Giro, girotondo, con il sesso è bello il mondo è un sexy fantascientifico che sviluppa una trama rimasticata su alcuni classici (o sotto-classici) di questo genere: in un futuro prossimo il sesso è severamente vietato e lo sport più popolare è la caccia all’uomo reality-show, con tanto di morto ammazzato a fine gara e boom della vendita di fucili e armi di precisione. La popolazione è rimbecillita dal piccolo schermo che offre giochi a premi, pubblicità (di armi) e poco altro e un ex esperto sessuologo (Rossano Brazzi) comincia a mostrare segni di cedimento mentale quando, inattivo ma estremamente portato per la materia, comincia a essere pure vittima di continue provocazioni femminili. Cacciatosi in una situazione pericolosa, fugge e prende in ostaggio il guidatore di un’auto di passaggio, che si rivela essere una bella ragazza di nome Cappuccetto Rosso, che sta tornando a casa dal nonno…
Come al solito Brazzi non ha grossi mezzi a disposizione e il suo modo di far cinema rimane alquanto singolare (pur senza raggiungere gli estremi di un Polselli, il cui coinvolgimento in questo film peraltro non è forse neanche del tutto escludibile, riecheggiando qua e là il suo “tocco” sia in certi dialoghi che in certe soluzioni visive), però porta a casa un prodotto quantomeno curioso per numerosi motivi, primo fra tutti il “mischione” interessante di generi ed elementi piuttosto disparati, ivi compresa la presenza del fratello in un ruolo comico-brillante (registro su cui imposta giustamente tutto il film), ma allo stesso tempo arditamente stracultistico, più tipico di un Banfi o di un Montagnani dei tempi, con ragazze discinte che salgono scale a prendere libri e lui che sbircia con tanto di tic nervoso.
L’apertura poi ai risvolti mutuati dalla favola di Cappuccetto Rosso la dice lunga sulla singolarità delle idee di questo regista tra i meno visti del nostro cinema bis, qui forse nella sua prova più interessante, almeno per gli estremisti dei generi. Piuttosto delirante la partenza di Giro, girotondo, con il sesso è bello il mondo, in cui si passa dalle immagini futuristiche dei titoli (scorci di palazzi dall’allora minacciosa avanguardia architettonica, con antenne e poliziotti del futuro, in tuta, casco e fucile laser!) a sequenze pseudo-oniriche con Patrizia Webley/De Rossi che, in costume ottocentesco, si rotola nei prati al ralenti assieme ad altri paggetti, mostrando le grazie. Mah… Filmato in scope.