Glass
2019
Glass è un film del 2018 diretto da M. Night. Shaymalan.
Non avremmo mai immaginato di assistere ad un universo simile, ma come ben sappiamo, M. Night Shaymalan è un regista sorprendente e in costante evoluzione. Con Glass l’autore torna a riflettere sulla figura del supereroe, riportando in auge personaggi già visti all’interno dei suoi film, come l’uomo di vetro e David Dunn di Unbreakable e Kevin Wendell Crumb di Split. Il film, ambientato proprio dopo la fine di quest’ultimo, vede David Dunn (Bruce Willis) all’inseguimento dell’identità sovrumana di Kevin Wendell Crumb (James McAvoy), ovvero la Bestia, in una serie di incontri sempre più pericolosi, mentre Elijah Price (Samuel L. Jackson) emerge dall’ombra nel ruolo di orchestratore in possesso di segreti decisivi per entrambi gli uomini. Come se non bastasse, la dottoressa Ellie Staple (Sarah Paulson) è alla ricerca di ognuno di loro, per approfondire la loro natura e mettere in dubbio i loro poteri.
Glass è un sequel a tutti gli effetti. Shaymalan si diverte a creare un universo appagante e avvincente sotto molti aspetti che, nonostante le buone intenzioni, non gli riesce come dovrebbe. Per carità, il risultato finale è tutto sommato godibile per quello che racconta, ma da un autore del genere ci si aspetta sempre qualcosa di sorprendente o spiazzante, cosa che purtroppo questo film non riesce a essere. L’idea di un supereroe tangibile o il discorso di come i fumetti stiano prendendo letteralmente il sopravvento nella nostra società, sono sicuramente tematiche interessanti, peccato che Shaymalan, questa volta, decida di puntare tutto sulla fisicità degli eventi, elaborando la struttura del racconto come un cinecomic. Tuttavia i personaggi risultano comunque interessanti, eccetto per il quello di McAvoy, che nonostante la grandissima interpretazione finisce per risultare ripetitivo e stancante. Samuel L. Jackson e Bruce Willis fanno del loro meglio, ma vengono messi costantemente in discussione dalle scelte di sceneggiatura piuttosto forzate, specialmente per il personaggio interpretato da quest’ultimo. Come forzata, ma non troppo, è il personaggio di Casey Cook (Anya Taylor-Joy).
La sua è una prova attoriale emotiva, che funge da pretesto per scavare nelle emozioni più profonde di Kevin, ma il modo in cui viene caratterizzata e inserita all’interno del contesto, risulta veramente artificioso. La regia è ottima, seppur influenzata, scegliendo di tenere la violenza fuori dal nostro campo visivo. D’altronde stiamo parlando di un film prodotto dalla Disney, quindi sotto questo frangente non occorre aspettarsi molto. E il colpo di scena? Uno dei marchi di fabbrica di questo regista? M. Night Shaymalan è riuscito nuovamente a stupire lo spettatore? In parte. Questo perché a un certo punto del film accade qualcosa di davvero inaspettato ma tutto sommato deludente. Comunque un plot twist interessante, che lascia numerosi spunti di riflessione. Il messaggio finale è sicuramente la scelta più discutibile. Una svolta narrativa che potrebbe spaccare letteralmente in due il pubblico, seppur non chiuda definitivamente il franchise. Perché Glass o lo si ama alla follia o lo si odia ma, onestamente, anche per la sua straordinaria inventiva, sarebbe meglio vedere M. Night Shaymalan al timone di qualche altro progetto, magari lontano da questi soggetti supereroistici che, ormai, di originale hanno ben poco.