Godzilla vs. Kong
2021
Godzilla vs. Kong è un film del 2021, diretto da Adam Wingard.
Come già ripetuto fino alla nausea in praticamente ogni recensione dall’uscita, è una vera impresa dire qualcosa su Godzilla vs Kong che non sia già contenuto nel titolo del film, telegrafico e onesto come pochi. A proposito di titoli – aperta parentesi mostròfila – nei film del Monsterverse Kong ha perso l’appellativo “King” per farlo entrare meglio nelle tagline, o perché nell’a-logica di questo universo narrativo molto espanso esiste anche Godzilla, da sempre noto come Re dei Mostri, e siccome c’è una cintura dei pesi massimi da conquistare non si voleva mancare di rispetto a nessun partecipante? Ecco il genere di domande esistenziali a cui spingono la trama, gli accenni di ecologismo, il world building e i personaggi di un film che dall’inizio alla fine si interessa di una sola cosa: far vincere lo sport.
Chi vuole attendere l’arrivo di un suo equivalente pensante, dove le motivazioni siano un po’ più solide del semplice “perchè sì” e l’elemento umano più di una serie di momentanee diversioni dal nucleo tematico principale, è il benvenuto: se da una parte sembra difficile bilanciare un’ora e venti di botte da orbi alla Super Smash Bros fra bestioni in cgi con sottili e arguti bilanci filosofici, è anche vero che Godzilla vs. Kong rasenta a tal punto il grado zero dell’elaborazione drammaturgica che probabilmente sarebbe possibile, con un minimo di impegno, passare dalla bocciatura a rimandarlo a settembre. Ma al di là del pericolo sempre in agguato di un soffio atomico di spocchia da parte di quelli che non vedono l’ora di poter dire “finalmente qualcosa di più di un semplice film di mostri”, ce n’è davvero bisogno? Davvero ci si può dire scontenti di un’esecuzione così spettacolare e appagante del concept illustrato nel titolo?
La nostra risposta è un convinto No. Semmai, ci si può dire scontenti di aver visto su piccolo schermo un film che urla grande schermo a ogni fotogramma, che parla di palazzi che si picchiano distruggendo altri palazzi e che semplicemente necessita di annichilire lo spettatore con dimensioni il più spropositate possibile, per non farlo sentire come in quella geniale scena di Lilo & Stitch che rifaceva Godzilla in miniatura in un metro quadrato di cameretta. Nei pochi mercati dove ha potuto esibirsi in tutto il suo fracassone splendore Godzilla vs. Kong sta ottenendo risultati più che lusinghieri, segno inequivocabile e consolante di una voglia di cinema che purtroppo le ultime notizie su un’imminente distribuzione italiana in digitale ci dicono destinata a rimanere frustrata. Intanto godiamocelo pure così, continuando a sperare nel miracolo di un rematch che possa restituirci appieno il suo spettacolo a base di kaiju inferociti e sgargianti composizioni al neon su quello schermo gigante di cui abbiamo sempre più disperatamente bisogno.