Harold’s going stiff
2011
Ancora una volta l’irresistibile humour britannico al servizio degli zombie.
Nel Regno Unito si sta diffondendo una strana epidemia, l’O.R.D., che induce negli individui di sesso maschile una sorta di rigor mortis prematuro, portandoli a diventare violenti e scoordinati, simili nel comportamento a degli zombie. Harold (Stan Rowe) è un vecchio pensionato colpito dal morbo, impossibilitato a uscire di casa perché in procinto di perdere il controllo del proprio corpo. Gli viene in soccorso Penny (Sarah Spencer), un’allegra e delicata infermiera volontaria con problemi di peso e di solitudine. La donna si impegna ad applicare su Harold una terapia intensiva per ritardare gli effetti della degenerazione fisica e mentale. Tra i due inizia un’amicizia profonda che potrebbe diventare qualcosa di più se la malattia non fosse già a uno stadio avanzato e se uno sgangherato trio di cacciatori di zombie non incrociasse a un tratto il loro cammino…
Quando sembra che i mockumentary non abbiano più cartucce da sparare, ecco che – puntuale – arriva la smentita grazie al talento e all’immaginazione di registi che non hanno paura di contaminare generi, fondere stili, giocare con le convenzioni. Con Harold’s Going Stiff, Keith Wright (giovane cineasta britannico, autore nel 2008 di Take Me to Your Leader, un film che ha ottenuto ottimi riscontri di critica), prova a mescolare commedia, dramma e horror, giocando la carta del finto documentario. Sebbene lo zombie non sia un personaggio particolarmente adatto all’introspezione, non è la prima volta che qualcuno tenta di utilizzare il tema a fini drammatici; ricordiamo almeno un titolo: I, Zombie – The Chronicles of Pain (1998) di Andrew Parkinson, mentre, per quanto riguarda la commedia, non possiamo non ricordare l’esito strepitoso de L’alba dei morti dementi (2004) di Edgar Wright.