Hell’s Kitty
2018
Hell’s Kitty è un film del 2018, diretto da Nicholas Tana.
Si dice che il diavolo sia femmina, ma cosa succederebbe nel caso in cui la femmina in questione fosse un felino? A spiegarcelo è il film di Nicholas Tana, basato sull’omonima serie web, nonché fumetto, ispirati alle reali esperienze che il regista ha avuto durante la convivenza con un gatto.
E’ lo stesso Tana, infatti, a rivestire i panni del protagonista, Nick, sceneggiatore di Hollywood alle prese con Angel, un “poffoso” felino indemoniato. Con il suo padrone il gatto è tutto fusa e moine ma, appena Nick porta a casa una ragazza, si scatena il kitty-inferno: gli occhi di Angel diventano infuocati e a suon di artigli fa letteralmente a pezzi le malcapitate, tranciando arti, lingue e occhi. Quando il ragazzo capisce che non può più flirtare con nessun esponente del gentil sesso senza che ci scappi un cadavere, inizia a pensare che l’animale domestico sia impossessato; urge trovare un esorcista bravo, perché la forza demoniaca in questione è così potente da riuscire a disporre le crocchette a forma di pentacolo.
Hell’s Kitty si presenta dichiaratamente come un’opera amatoriale fatta per divertirsi e far divertire, realizzato con pochi soldi (e si vede), puntando tutto su una trama assurda al limite del ridicolo, tra parodia, citazioni e una nostalgia decisamente nerd per vecchi horror diventati cult. Nel miscuglio di archetipi trasformati in parodia, sarebbe altrettanto ridicolo rimproverare regia e recitazione di un prodotto che è esattamente ciò che vuole essere, la parodia di se stesso, tant’è che il regista-protagonista indossa la t-shirt del suo stesso film. Tra grasse risate, tanto sangue e continui flashback, le vicende vengono narrate tramite i ricordi di Nick, durante una seduta di psicanalisi. Non basta la furia sanguinaria del micio, a complicare le cose ci si mettono anche zombi, medium, spiriti, mistress stagionate e appetitose scream queens, in una gag dietro l’altra; ciò che più colpisce sono i numerosi cameo e omaggi, da Psycho a Rosemery’s Baby passando per Carrie. A combattere Angel non sono villain a caso, ma vere e proprie icone, molte delle quali anni ‘80: il clown-alieno di Killer Klowns from Outer Space, Malachia e Isaac (Courtney Gains e John Franklin) i due bambini ormai cresciuti (Franklin è rimasto alto uguale) di Grano Rosso Sangue, il freak per antonomasia Michael Berryman (Le colline hanno gli occhi) nei panni del detective, il trasformista Doug Jones, ormai conosciuto come l’uomo-pesce di La forma dell’acqua, qui nei panni di un prete esorcista. Ma anche Adrienne Barbeau (Fog), Dale Midkiff (Cimitero Vivente), Kelli Maroney (Fuori di testa). In Hell’s Kitty il format a episodi sembra ripetersi, si ha l’impressione di assistere a diverse situazioni spesso slegate tra loro, di certo gli effetti speciali poveristici non aiutano, soprattutto nelle scene dove Angel uccide, in cui vediamo solo una zampetta e qualche graffio, con urla in sottofondo. A completare il climax di assurdità è l’esorcismo finale in cui si cerca di trasferire lo spirito malefico che abita Angel in una piccola capra peluche.
Hell’s Kitty è l’opera sconclusionata di un geek con l’ambizione di diventare regista, realizzata artigianalmente, i cui difetti sono i suoi stessi pregi e che, tuttavia, merita la visione perché fa breccia nel cuore di un pubblico appassionato e nostalgico che, come lo stesso Tana, vuole continuare a far rivivere i suoi eroi. Per non parlare di Angel, il peloso protagonista che farà impazzire gli spettatori gattofili.