Hemlock Grove è una serie tv del 2013, andata in onda per la prima volta in America nel 2013, ideata da Brian McGreevy e Lee Shipman

Nei piani di Netflix, Hemlock Grove aveva il doppio compito di accaparrarsi una fascia di pubblico non ancora coperta dalle precedenti produzioni e confermare la validità della strategia di distribuzione aggressiva (“tutti gli episodi, subito”), che punta a rivoluzionare il modo in cui le serie tv vengono consumate. Ma il binge-watching funziona solo se il materiale è di un certo livello, ed è qui che casca l’asino.

Pubblicizzata come un mistero dalle tinte soprannaturali e prodotta da Eli Roth (che ne ha diretto anche il pilot), Hemlock Grove si rivela una soap mascherata da horror, ambientata in una cittadina devastata da una serie di brutali omicidi. Tutti sono convinti che l’assassino sia il giovane Peter Rumancek, uno zingaro arrivato da poco in città, ma – come nella miglior tradizione dei capisaldi del genere – ogni personaggio sembra nascondere un segreto, rendendosi tutti potenziali sospetti. Peter cercherà di scagionarsi con l’aiuto di Roman Godfrey, ricco rampollo che condivide il suo interesse nel fermare il mostro che terrorizza la città, ma senza troppa convinzione, che in fondo delle ragazze morte non frega poi molto a nessuno. Il mistero che dovrebbe fare da filo conduttore per l’intera stagione viene presto accantonato, forse anche perché l’unico vero indizio in mano alla polizia è un grosso cagatone fumante trovato nel bosco (giuro!).

Trama, intreccio e ritmo sono concetti alieni a Hemlock Grove, l’unica cosa che conta sono i Grandi Momenti Scioccanti. Peccato che gli autori si siano dimenticati di costruirci una serie intorno, perché, tolti quelli, resta una stagione intera costruita sul niente, composta da episodi incentrati sul niente e strutturati in modo da garantire che niente continui ad accadere. Hemlock Grove racconta il niente con una tale continuità che non puoi fare a meno di chiederti se non fossero proprio quelle, le sue intenzioni.