Hippocampus M 21th
2015
Hippocampus M 21th è un film del 2015, diretto da Alexander Fennert Preceduto da un martellante battage pubblicitario sui social network, arriva in DVD il misterioso Hippocampus M 21th, diretto dall’altrettanto misterioso regista tedesco Alexander Fennert. Trattasi di un horror estremo e perverso, un weird-movie indipendente dal titolo oscuro, frutto di una co-produzione italo-tedesca: fra i produttori nostrani c’è Luigi Pastore, che secondo alcuni rumors (non confermati) circolanti in rete sarebbe anche il vero regista. Tema conduttore è la follia umana (l’ippocampo è una regione del cervello) e l’esplorazione delle perversioni sessuali più ributtanti. La narrazione avviene attraverso sei tableaux vivants, in sei appartamenti dove vari personaggi danno sfogo a deviazioni sessuali, deliri corporei e psichici. Ogni appartamento, in Hippocampus M 21th, esplora una perversione. Primo episodio: due sorelle e il fratello vivono reclusi in un disgustoso gioco sado-masochista, dove la mistress (con tanto di vestito in pelle nera) disseta i sottomessi con la propria urina, mentre tutti si sfamano con cervelli di origine ignota e si preparano all’accoppiamento. Secondo episodio: un maniaco sessuale che ama torturare le bambole decide di applicare le sevizie a una donna, che vediamo completamente nuda; davvero notevole l’uccisione mediante una lama che trapassa la vagina in un tripudio splatter. Terzo episodio: una coppia pratica una forma d’arte molto particolare, cioè dipinge mescolando il sangue di lui con le feci di lei, ma non solo dipingono, bensì vi si spalmano con gusto; la coprofilia la fa da padrona, e c’è persino una defecazione in diretta sulle mani dell’uomo (difficile stabilire se vera o simulata). Abbondano qui le nudità esplicite, presenti anche nel quarto episodio, che vede come unica protagonista una donna affetta da formicofilia: dopo una pseudo-masturbazione con frustino e mascherina bondage, si immerge in una vasca piena di insetti (vermi e blatte) godendo del loro scorrere sulla pelle. Quinto episodio: necrofilia omaggiante Jorge Buttgereit, con una donna matura che intrattiene rapporti sessuali – mediante un fallo di gomma – con il corpo mummificato del marito. Infine, il sesto episodio, il più anomalo in quanto esplora più un’ossessione che una perversione: la coulrofobia, cioè la paura dei clown, dai quali un erotomane si sente minacciato. Dal punto di vista estetico, i segmenti di Hippocampus M 21th che spiccano sono quello delle bambole e quello della necrofilia, con luci iperrealistiche verdi e rosse dal sapore baviano/argentiano. Pur se realizzato in low-budget, in sintesi, è un prodotto di buona fattura estetica che va gustato – lontano dai pasti – seguendo il flusso delle immagini, essendo un’operazione più descrittiva che narrativa, completamente muta e accompagnata da brani di musica classica che fungono genialmente da contrasto – in uno stile quasi espressionista verrebbe da dire. Sicuramente tra gli esempi più estremi dell’attuale panorama indi europei. E quindi meritevole di particolare attenzione.