House of Gucci
2021
House of Gucci è un film del 2021, diretto da Ridley Scott.
Non si fa in tempo a lodarlo per The Last Duel che subito House of Gucci ci riporta all’amara realtà: Ridley Scott è un autore consumato, discontinuo più che mai in questa sua ultima parte di carriera. Già approcciatosi alla cronaca italiana con Tutti i soldi del mondo, in House of Gucci ci riprova e visto l’arco temporale compreso nelle quasi tre ore di durata meno vacuità e inconsistenza e più pàthos avrebbero giovato al risultato finale. La scelta di adattarsi narrativamente alla superficialità del mondo che racconta ha danneggiato la resa di una storia che, visti gli elementi di cui è composta, avrebbe avuto tutte le carte in regola per un biopic a cavallo tra dramma e tragedia, invece assistiamo ad una soap opera patinata degna di Dallas e Dynasty. House of Gucci, in più o meno trent’anni, narra dell’ascesa e caduta di una famiglia di imprenditori d’alta moda, ad oggi uno dei marchi italiani più famosi al mondo per abbigliamento e accessori di lusso. A capo della maison, negli anni ’70, vi erano i fratelli Rodolfo e Aldo Gucci, portatori di una visione conservatrice e incapace di far compiere il salto di qualità alla griffe.
Maurizio, figlio di Rodolfo, è l’erede naturale dell’azienda di famiglia, ma solo l’incontro e il matrimonio con Patrizia Reggiani lo distoglierà dall’idea di intraprendere la carriera d’avvocato e assumersi le responsabilità che il cognome Gucci comporta. La donna, è chiaro come il sole, tenta una scalata sociale senza precedenti, manovrando il marito come fosse un burattino. Un piano, neanche troppo velato, della Reggiani vorrebbe Maurizio lontano dalla famiglia e fuori gioco Paolo, cugino del marito e quindi erede di una consistente parte dell’azienda. Col tempo Maurizio diverrà indipendente e spavaldo, inebriato dal potere e dai soldi a tal punto da non avere più bisogno della moglie. Questa, accecata dalla rabbia e dal risentimento, ordirà una vendetta nei suoi confronti che gli sarà fatale. Indubbiamente il fascino della storia è la componente che gioca a favore del film e probabilmente quello che porterà il pubblico in sala. Il cast, d’altro canto, è di forte e sicuro richiamo, peccato che sia anche uno dei punti deboli. Tutti, chi più chi meno, cadono nell’eccesso e nel grottesco, restituendo performance sopra le righe, in particolare Jared Leto.
Adam Driver e Lady Gaga sono, forse, i più equilibrati, ma entrambi soffrono di stereotipi dentro il quale non riescono a esprimersi liberamente, mentre Al Pacino e Jeremy Irons confermano la loro classe nel rubare la scena a chiunque gli stia attorno. House of Gucci è un film affabulatore per un pubblico in cerca di leggerezza e trash e l’uso ridondante della colonna sonora , tra successi italiani e internazionali dell’epoca, non può che confermare questa ipotesi. E’ lecito ricercare anche questo, ma Ridley Scott fallisce nel mancare obiettivi fondamentali in una storia le cui colonne portanti non sono solo soldi, potere e fama, ma anche tragedia e omicidio. Il pàthos, citato sopra, manca proprio qui, nella resa dei conti tra due personaggi della storia italiana contemporanea il cui amore (o presunto tale) sfocia in vendetta e morte, non solo di Maurizio Gucci, ma di un’intera famiglia caduta in disgrazia. Avessimo saputo che era la parodia alla quale puntava Scott non varrebbe neanche la pena prendersela così tanto, ma House of Gucci è ambizioso, fin troppo ambizioso e crolla su se stesso senza accorgersene. E’ un pacco regalo esteticamente ben confezionato, ma al cui interno non si trova altro che il vuoto.