I Mercenari 4
2023
I Mercenari 4 è un film del 2023, diretto da Scott Waugh.
Libia. BOOM! BANG! BANG! New Orleans. SBANG! WHAAM! CRANCK! E i primi dieci minuti de I Mercenari 4 ce li siamo tolti dalle balle. Ora non resta che mettersi comodi e sorbirsi la restante oretta e mezza a suon di testosterone scaduto, battutacce da caserma fuori tempo massimo, botte, sangue e violenza ale’ ale’; il tutto gentilmente offerto dall’A-Team – dove la A sta per Artrite, ovviamente – più cazzuto ed incazzato dell’action 1.0. Un branco di vecchie (e mal invecchiate) glorie che, così come suggerito dal loro originale nomignolo di gruppo, per alimentare necessità e cinematografica vocazione si sono ormai ridotti a mero e redditizio Materiale di Consumo. Poco male, comunque, poiché a tenere aperte ancora una volta le porte di quest’ospizio sudato e fracassone abbiamo stavolta il buon Scott Waugh, chiamato a dare filmica forma ad una storiella che, ad esser proprio buoni ed onesti, entrerebbe senza problemi giusto nel bugiardino di una scatola di supposte.
Si parte ovviamente a manetta, con i nostri cari vecchi Expendables capitananti, come di consueto, dal tosto e tostato Barney Ross (Sylvester Stallone) e dal burbero comprare Lee Christmas (Jason Statham), impegnati, come da tradizione, a imbastire un gran pirotecnico casotto, a nemmeno un quarto d’ora d’orologio, al solo scopo di stanare il cattivissimo Suarto (Iko Uwais) e impedirgli di mettere le grinfie su di una partita di detonatori destinati all’ennesimo nucleare giocattolone. Ma il tutto finisce inevitabilmente in vacca ancor prima che le luci in sala vengano spente, con il nostro Silvestro Macho Maldestro apparentemente destinato a uscire di scena, letteralmente col botto, senza aver avuto il tempo di elargirci neanche mezza delle sue muscolari perle di saggezza, mentre il fido e immusonito bicipite destro verrà prematuramente messo a riposo forzato con l’accusa di aver causato il suddetto bordello. Ma si sa che la vendetta, contrariamente al detto e al gelato al pistacchio, è un piatto che va servito ancora caldo e fumante; come d’altronde ben sa il nostro calvo dispensatore di morte, costretto a rincorrere a distanza gli ex compari di birra e sganassate, guidati dal cinico agente CIA Marsh (Andy Garcia), durante la loro missione al largo delle insidiose coste russe per neutralizzare il misterioso Ocelot e i suoi loschi propositi d’innescare una lucrosa Terza Guerra Mondiale.
Riusciranno dunque i nostri superstiti (anti)eroi di un tempo e le stilose new entry a salvare capra, cavoli e terracqueo globo dal devastante atomico Armageddon? Se la risposta è SI, beh, complimenti: si prega di passare alla cassa a ritirare il premio. Il primo era men che mediocre. Il secondo, tutto sommato, divertente. Il terzo semplicemente imbarazzante. Ma l’unico aggettivo realmente valido per descrivere I Mercenari 4 è scontato, sotto tutti i fronti e i punti di vista. Scontato nella sua stessa azione che, al netto di soluzioni insolitamente al risparmio rispetto a quelle vomitate nei precedenti capitoli, a causa di un ritmo altalenante e di un montaggio a dir poco sconclusionato, finisce per trasformare i cento minuti di durata in un’esperienza dolorosa quanto una sessione intensiva di waterboarding. Scontato nella caratterizzazione dei suoi moscissimi personaggi e di villains altrettanto spompati, plasmati al solo scopo di dar vita ad un colpaccio di scena che vorrebbe essere scioccante ma che risulta tutt’al più sciocco oltre miseramente telefonato. Ma soprattutto scontato nel senso più puro e letterale, come solo un filmetto da secondo prezzo in un cestone da discount di fine anni Novanta avrebbe potuto essere: quando brindare a suon di Duff a bordo di un idrovolante in fiamme e disquisire circa la lunghezza del proprio coltello poteva apparire un mino credibile e ancora vagamente interessante.