Il giro del mondo degli innamorati di Peynet
1974
Il film d’animazione italiano che segue le vicende dei celebri fidanzatini di Peynet, Valentino e Valentina, nel loro viaggio attorno al mondo.
Valentino e Valentina, fidanzatini, fanno il giro del mondo iniziando da Bethlemme. Passano poi dalla Grecia e arrivano in Spagna di cui osservano il folklore antico e moderno. A Firenze assistono a una gara di calcio e al matrimonio, celebrato da Dante, tra la Venere di Botticelli e il David di Michelangelo. Il viaggio prosegue poi in America, in Giappone e in Russia. In metropolitana giungono a Parigi…
Per un caso assurdo più che semplicemente stravagante, lo stesso motivo musicale caratterizza il più dolce dei film italiani e il più feroce. Composto dal genio di Ennio Morricone, Tema d’amore che ascoltiamo in una serie di variazioni tra cui anche una versione cantata da Demis Roussos, in questo Giro del mondo degli innamorati di Peynet del 1974, sarà la colonna sonora che l’anno successivo introdurrà lo spettatore – come punteggiatura (involontariamente?) antifrastica – agli abominii di L’ultimo treno della notte. Floowers is all you need, canta Roussos, mentre una pioggia di fiori azzurri cade sulla Francia barricadiera dove polizia e studenti si affrontano a bastonate, mitigando e ammorbidendo i cuori e spargendo la filosofia del love & peace. Floowers is all you need, canta Roussos, mentre un paio di balordi, in quel di Monaco, il pomeriggio della vigilia di Natale, accoltellano a morte un poveretto vestito da Babbo Natale. Coincidentia oppositorum: enigmi del cinema italiano.
Il film d’animazione che segue le vicende dei celebri fidanzatini di Peynet, Valentino e Valentina, nel loro viaggio attorno al mondo, comincia in una sorta di Eden custodito da un angioletto e da un piccolo demonio che si prendono a linguacce (il diavolo ha la peggio), dal quale i due innamorati precipitano sulla Terra; e termina in un lettone matrimoniale disposto sotto un gazebo, dentro un parco, con una romanticissima consumazione. Valentino e Valentina avevano comunque già consumato, in una mongolfiera, facendo strabuzzare tanto d’occhi a un gabbiano che si era colà posato per caso. Peynet non era afflitto dalla sindrome di Polyanna, non sapeva vedere solo angioletti, puttini, ninnoletti alati: l’ironia gli apparteneva, sapeva essere icastico, la sua apparente banalità era profonda come la sua poesia, dalla quale è cosa buona e giusta che persino un nocturniano, cioè qualcuno che cinico, infame e violento pare lo debba essere per definizione, resti colpito e magari persino commosso. Les Amoureux di Peynet diventarono così questo stupendo lungometraggio d’animazione, in quel crocevia di film imprevedibili e variopinti come il piumaggio cangiante del pavone, che fu l’Italia della prima metà degli anni Settanta; con la regia di Cesare Perfetto (1919 – 2005), inventore e per più di cinquant’anni alacre organizzatore del Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera; le scenografie di un maestro dell’animazione italiana come Manfredo Manfredi; e le musiche di Alessandro Alessandroni – Morricone, che doveva comporre tutta la colonna sonora, fece in tempo, per sopraggiunti impegni, a scrivere, infatti, solo il Tema d’amore principale.
Valentino e Valentina assistono alla natività a Betlemme, viaggiano su una cadillac pop nel deserto di Elam, guardano i colonnelli greci ballare il sirtaki davanti al Partenone, pattinano a Bruegel, trascorrono il Venerdì Santo a Siviglia, finiscono su un set di Fellini, nel caos di Milano, a Napoli e di lì in Francia, nel Tirolo, bevono birra a Monaco, sono ospiti a corte della Regina in Inghilterra, viaggiano per tutti gli Stati Uniti e in equilibrio su un cavo del telefono arrivano in Russia, partecipando a una memorabile serata del Bolscioi. Il riassuntino non rende giustizia alla vorticosa bellezza e alla sottile magia surreale delle immagini e della musica, che se passarono quasi del tutto inosservate in Italia, non mancarono di strabiliare altre platee, soprattutto quelle del Giappone dove il film divenne un cult maximus. Ed è dal Giappone che è recentemente emersa su you-tube una copia del film, in lingua inglese (nella versione italiana le voci dei due innamorati erano di Massimo Turci e Serenella Verdirosi). Sfatando il mito di un film scomparso o invisibile. Deo gratias.