Il grande e potente Oz
2013
Il grande e potente Oz è un film del 2013, diretto da Sam Raimi.
C’era una volta Il grande e potente Oz, spazio immaginifico dove gli uomini erano di latta, gli spaventa passeri parlavano, i leoni erano fifoni e le streghe non facevano poi così tanta paura. Cinquant’anni dopo ci siamo tornati a Oz, senza Victor Fleming e le sue smanie di grandezza, ma con Walter Murch a far da Cicerone, che giocò un tiro mancino alla Disney, terrorizzando il pubblico con streghe dotate di teste intercambiabili e inquietanti ominidi-moto sghignazzanti. Passano altri trent’anni ed è la volta di Sam Raimi a confrontarsi con la celeberrima opera di Lyman Frank Baum. Raimi, che del Mago di Oz è fan, anziché confrontarsi direttamente con Baum, immagina un antefatto che funga da precedente ai noti eventi.
Ecco allora Oscar Oz, illusionista sciupa femmine in un circo di fine ‘800, che anela al confronto col geniale Thomas Edison, ma è costretto a fuggire a bordo di un pallone aerostatico, poi inghiottito da un tornado. Al suo risveglio, si ritrova nel fantastico mondo di Oz, dove è scambiato dagli abitanti per il mago che sconfiggerà la strega malvagia (in realtà sono due) che semina terrore con un’orda di babbuini alati.
Se avete detestato Alice in Wonderland, odierete Il grande e potente Oz che del film di Tim Burton è la fotocopia. Peccato perché il prologo in b/n stile anni ‘30 prometteva bene. Il resto – oltre due ore – è un concentrato di mirabolanti e coloratissimi effetti speciali in 3D che fagocita attori e spettatori restituendoli alla realtà del fuori sala del tutto sfiancati. James Franco recita in un susseguirsi di battute e mossette, forse ancora assuefatto dai deliri di Spring Breakers. Michelle Williams, Mila Kunis e Rachel Weiszsono le tre streghe, buona la prima, perfide le altre due.
Del Raimi’s touch si intravede una somiglianza con i demoni della Casa e di Drag Me to Hell nel look della strega incartapecorita, ma il regista è asservito a un fantasy sterile, puerile e impersonale. Si pensi anche alle scene di battaglia come quella nel campo di papaveri, copiata dai kolossal tolkeniani di Peter Jackson. Baum griderebbe vendetta.