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In vacanza su Marte

2020
REGIA:
Neri Parenti
CAST:
Christian De Sica (Fabio Sinceri)
Massimo Boldi (Giulio Sinceri)
Herbert Ballerina (Pippo Anselmi)

Il nostro giudizio

In vacanza su Marte è un film del 2020, diretto da Neri Parenti

Ho sempre pensato che la cosa meno comica che si potesse fare fosse cercare di far ridere ridendo di chi ride di te; come quando vediamo un politico che, dopo mesi in cui un comico ha successo con la sua imitazione, decide di diventar(n)e, di conseguenza, l’imitazione. Un livello 3 di ridicolo frutto di una scomposizione che può portare soltanto all’abbassamento di una qualità già scarsina. Si giunge dunque alla domanda. Come ha fatto Neri Parenti, quando ha visto (perché di sicuro l’ha vista) la parodia dei suoi cinepanettoni in Boris – Il Film, a pensare che farla veramente, dopo tanti anni, fosse un’idea divertente o quantomeno valida? Nel film sequel della serie vedevamo infatti questo Natale nello spazio, che era effettivamente una parossistica presa in giro dell’ultimo decennio parentiano: scenografie posticce, volgarità a profusione e la solita danza di rigurgiti e flatulenze. Arriviamo dunque al 2020, l’anno del Covid e delle sale chiuse, con questo ricongiungimento astrale tra satira e satira della satira.

Che altro potrebbe essere, altrimenti, questo In vacanza su Marte? Un tentativo sguaiato di sopperire all’impossibilità di girare nella consueta meta turistica? Una sorta di chiusura di un cerchio che era già diventato altra figura per continua aggiunta di linee? Il definitivo omaggio e commiato della coppia comica che fu? Forse tutte queste cose, forse nessuna di esse. Nell’anno in cui tutto si è fermato, la premiata factory della comicità italiana è invece stata attivissima, tra il goffo rinnovamento di Sotto il sole di Riccione e l’instant movie (poi clamoroso flop) Lockdown all’italiana. I risultati non divergono, anzi evidenziano gli stessi problemi. E si arriva quindi a questo cinepanettone ed alla fiacchezza di tutto ciò che contiene, a partire dalla coppia comica riunita a forza per creare un precoce effetto nostalgia. Boldi e De Sica sono ormai due cani sguinzagliati, liberi di profondere tutto il loro trentennale repertorio senza che ci sia la minima ratio. Di ridere, caso mai ci si riuscisse dall’inizio, si finisce al secondo “mignotta” pronunciato da De Sica alla suocera di turno, una Milena Vukotic costretta all’erre moscia e all’improvvisazione dai suoi sardonici partner di recitazione.

Una povera vittima, verrebbe da dire di fronte ai pm, come le altre donne di esperienza del film, la Minaccioni (che però è recidiva) e la Mascino, trascinate a fondo da questo valzer dell’innaturalezza e dell’assenza registica. Va però detto che, senza le due star tramontate, l’appetibilità già sotto terra di In vacanza su Marte rasenterebbe lo zero assoluto Ecco. Perché poi ci sono i giovani comprimari, quelli che fanno rimpiangere anche l’ultima nidiata cinepanettoniana della crisi di incassi (i vari Ruffini e Mandelli), capeggiati da un Herbert Ballerina capace di spegnere anche il più entusiasta degli spettatori. Tutta questa tiritera per dire una semplice, obiettiva e modesta cosa: nessuno vuole mettersi su un piedistallo, nel 2020, a struggersi l’anima per un filone su cui si è detto anche l’indicibile. Non è più tempo, specie in questo cinema italiano, di avere la puzza sotto il naso e battersi il petto per i tempora e le mores. È piuttosto il momento di ammettere, candidamente e senza il martello da giudice, che il cinema popolare, non artistico ed a-qualitativo merita sicuramente di meglio di questa roba odorante di camposanto. Sic transit gloria mundi. Muoia Sansone con tutti i filistei. E con tutti i morti che si ostinano ancora a vivere di rendita.