Insatiable
2018
Insatiable è una serie tv del 2018, creata da Lauren Gussis.
Lo scorso 10 agosto la serie tv Insatiable è approdata su Netflix. L’adolescente Patty Bladell (Debby Ryan), dopo essere stata per anni vittima di bullismo a causa della sua over-size, in seguito ad uno scontro fisico con un clochard, grazie al suo avvocato Bob Armstrong (Dallas Roberts, co-protagonista e seconda voce narrante), ottiene la possibilità di cambiare radicalmente vita: Bob, affascinato dall’aspetto di Patty (dopo l’aggressione aveva perso oltre 30 kg), si insignisce suo consulente di bellezza, insinuando nella giovane la voglia di riscatto persuadendola ad ambire alla carriera di reginetta di concorsi di bellezza. Gli intenditori di serie tv non mancheranno di riconoscere elementi di altre produzioni, ci sono i bulli di Tredici che deridono gli “inetti”; c’è il mentore-amico avvocato di Le regole del delitto perfetto (How to Get Away with Murder) che risolve gli intoppi legali; c’è l’aspetto carnevalesco fuso con catastrofi accidentali e non provocate che sembra richiamare Una serie di sfortunati eventi e c’è la stessa quantità di lacca per capelli che arricchiva la scenografia di Desperate Housewife.
Oltre al bullismo, non sono assenti tematiche scottanti come la pedofilia, l’accettazione di se e della propria sessualità, l’ambizione, la sete di successo e tutto ciò che ruota attorno al controverso binomio genitori-figli. I presupposti sembrano quelli di una serie che mira a sviscerare, censurandosi poco, argomenti che potrebbero renderla attualissima e d’impatto sociale oltre che emotivo; tuttavia, l’unica, vera, legittima riflessione che innesca è: ma l’ex strega Alyssa Milano (nella serie Coralee, moglie di Bob) di quanti abracadabra e pozioni magiche a base di botox ha avuto bisogno per tornare diciassettenne? Di fatto è una commedia dai toni drammatici, ma non fa ridere e di sicuro non fa piangere. La letteratura insegna che il tragicomico quasi mai è inefficace, ma in questo caso il tentativo di trattare tematiche scottanti in modo teatrale, rendendo le vicende surreali e esasperando le reazioni dei protagonisti, non veicola il messaggio adeguatamente. Nel tentativo di semplificare, tutto è banalizzato. Lauren Gaussis, in un’intervista rilasciata per Netflix enuclea il senso della sua creazione afferamando che Insatiable è la storia della fame inappagabile, del vuoto dell’anima di ogni essere umano; le brave persone per colmare la propria incontrollabile ingordigia prendono delle decisioni sbagliate e condividerle fa sentire meno soli.
Ciononostante l’unico vuoto che traspare è quello dei buchi della sceneggiatura, la mancanza di spessore dei personaggi e la loro interazione verbale, semplicistica e noiosa. L’uomo medio non ha bisogno di romanzi, serie tv e racconti per conoscere i mali del mondo, ciò che rende il prodotto vincente non è la denuncia in se, ma l’elaborazione indotta. Per dirla in altre parole, se Insatiable migrasse in un’aula di tribunale e la Gaussis dovesse scriverne l’arringa, ci ritroveremmo bulli e pedofili a spasso per i parchi e le vittime dietro le sbarre. I dibattiti che hanno preceduto la pubblicazione della serie non hanno nulla a che vedere con il suo presunto spessore, ma sono il frutto del più grande male che affligge l’essere umano: il moralismo. Il fatto è che nel timore di essere definiti insensibili, razzisti, omofobi, finiamo col condividere mediocri banalità che tra qualche anno non saranno altro che un titolo della programmazione pomeridiana-estiva di RaiDue che terrà compagnia alle casalinghe durante le loro pause tra una faccenda domestica e l’altra.