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It Follows

2015
Titolo Originale:
It Follows
REGIA:
David Robert Mitchell
CAST:
Bailey Spry (Annie)
Carollette Phillips (Woman with Groceries)
Loren Bass (Annie's Father)

Il nostro giudizio

It Follows è un film del 2015, diretto da David Robert Mitchell.

Il secondo film di David Robert Mitchell consente di affermare che ci stiamo confrontando con un vero autore, o perlomeno con una rivelazione importante nella scena del cinema indipendente americano. Sì, It Follows appartiene al genere horror, decisamente, ma ne offre una lettura intelligente, formalmente inventiva e seducente, spostando i luoghi comuni e le figure di rito verso posizioni astratte e teoriche, che non escludono un’efficacia davvero diabolica, con scene di suspense particolarmente emozionanti.  It Follows si ambienta in una zona suburbana piuttosto banale e anonima, nei pressi di un lago (il film è stato girato in Michigan); cioé in una tipologia di luoghi che abbiamo imparato a conoscere in Halloween, Scream e affini. Ma con in più, questa volta, lo stigma della crisi economica. Jay (Maika Monroe, vista in The Guest), 19 anni, dopo un rapporto sessuale sul sedile posteriore di una macchina, si trova a dover fare i conti con visioni strane e con la sensazione indecifrabile che qualcuno, o qualcosa, la segua. Scopre così di essere la vittima di una maledizione che si propaga come una malattia sessualmente trasmissibile: una trovata che riecheggia gli assunti reazionari degli slasher anni ‘80, quando le vittime venivano spietatamente punite per avere fornicato o assunto droghe. Ma questa idea folle non appartiene né a un moralista né a un pervertito, bensì a uno stilista che conosce bene i suoi classici, da Jacques Tourneur a John Carpenter passando attraverso tutte le loro versioni postmoderne, e prova un maligno piacere nel filmare la paura e l’invisibile, qualunque sia il pretesto per suscitarli.

It Follows sta a metà tra Donnie Darko e Final Destination, ma apporta di suo qualcosa di originale, piccolo (il film non vuole essere se non ciò che è, un b-movie horror) e arty (l’influenza di Gus Van Sant e David Lynch si fa sentire in diverse occasioni.) David Robert Mitchell filma i corridoi del campus, le strade deserte, gli spazi chiusi, con molto gusto e una sapiente gestione dello schermo largo. Le apparizioni differite di zombi letargici ma determinati, sono divertenti, e la confezione accattivante della messa in scena e della colonna sonora – sintetizzatori su paesaggi urbani deserti: vi ricorda qualcosa? – servono a far felice il cinefilo che ama il fantastico. Si può anche interpretare It Follows come il quadro deprimente di una gioventù sacrificata senza futuro negli Stati Uniti in rovina, spettrali. David Robert Mitchell cita tra le sue influenze dirette John Carpenter, David Cronenberg e alcuni capolavori del fantastico moderno come L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel, Rosemary’s Baby di Roman Polanski e Shining di Stanley Kubrick. Altrettanti film che propongono un terrore mentale e paranoico.

Ma It Follows non partecipa al revival Ottanta, nostalgico o divertito che caratterizza numerosi blockbusters e noir indipendenti recenti, dalla serie degli Expendables di Sylvester Stallone fino a Cold in July di Jim Mickle. Piuttosto che di feticismo cinefilo o di ricetta opportunista, in questo caso si tratta per il regista di ricreare delle emozioni provate durante l’infanzia o l’adolescenza tramite un’estetica visiva legata ai suoi ricordi di giovane spettatore. L’idea è stata ispirata a David Robert Mitchell da un incubo ricorrente che aveva quando era bambino: quello di essere seguito da una presenza. L’aderenza alle paure dell’infanzia è una delle grandi qualità del film, che per certi aspetti si tocca con la filosofia del geniale Phantasm di Don Coscarelli: rappresentare delle angosce tipicamente giovanili, associate alla scoperta della sessualità e al malessere sociale ed esistenziale, con un’empatia totale per i suoi personaggi e un pessimismo senza appello. It Follows non si riduce dunque a essere un puro esercizio di stile di un regista cinefilo, ma potrebbe diventare il film manifesto di una gioventù perduta, ai bordi del nulla.