Jurassic World
2015
Jurassic World è un film del 2015, diretto da Colin Trevorrow.
Si fa presto a dire sequel, ma il cinema di oggi ha davvero lacerato i confini delle definizioni di un tempo. Jurassic World, infatti, assomiglia più a un reboot, recuperando la stessa trama di Jurassic Park, aggiornandola e riarredandola nello spazio e nel tempo. C’è il sogno del Sig. Hammond che rivive nel miliardario indiano Masrani, un’esperta di marketing che ha la freddezza del paleontologo Alan e la passione della protobotanica Ellie, due nipoti in pericolo, persone senza scrupoli che non hanno rispetto per l’ordine naturale delle cose, un coraggioso avventuriero con la faccia di tolla del caosologo Ian e ovviamente i dinosauri, «più grandi, più spaventosi e con più denti».
Oggi il nuovo Jurassic World è operativo, accoglie migliaia di visitatori e usa i dinosauri come attrazioni viventi, come i parchi acquatici. C’è addirittura un addestratore di Velociraptor e la necessità di offrire attrazioni sempre nuove. E allora perché non crearsele geneticamente? E come spesso accade, la Storia non ha insegnato nulla ai nuovi protagonisti, e infatti il nuovo Indominus Rex si ribellerà ai propri creatori spargendo il panico e accatastando morti. Letteralmente.
Ciò che appassiona e diverte di questo quarto capitolo è che, pur non imparando dalla Storia, mette in pratica la lezione (di cinema) precedente sfruttando i punti forti del primo film: suspense, spaventi, personaggi, situazioni. C’è anche un coraggioso e apprezzatissimo recupero del linguaggio (le parolacce!!) e di un certo gusto anni 90 per i personaggi (sia benedetto Starlord/Chris Pratt). E qui casta l’asinosauro! (sì, è tremenda, scusate). Ma se la lezione del (cinema) passato è stata così bene assimilata, come è stato possibile non comprendere la necessità di assoldare un vero regista capace di usare lo spazio? 22 anni fa Steven Spielberg ci trasportò in un luogo irreale, facendocelo scoprire, rendendolo tangibile, reale.
Oggi si vive di rendita, ma certi memorabilia non bastano a trasformare questo Jurassic World in qualcosa di più di un set televisivo. Così fasullo da aver indignato i fan fin dal trailer (il portone nel film è visto da un’altra angolatura). Ma l’horror catastrofico funziona e ci ricorda che «c’è sempre qualcuno più grande» (cit. Qui-Gon Jinn), anche se l’impressione è che si volesse ottenere un thriller evoluzionista sul fattore umano. Sarà per il prossimo, che adesso «potremo stare insieme».