Justified – Stagione 1 è una serie tv del 2010, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2011, ideata da Graham Yost.

Non si può dire che sia proprio western, la serie Justified, che ha avuto  ascolti pari a The Shield. Innanzitutto è ambientata ai giorni nostri, e per di più si occupa di indagini dell’FBI, che poco hanno a che fare con praterie e saloon. Ad essere western fino al midollo è il suo protagonista, Raylan Givens, un marshall con cappello e stivali da cowboy, veloce più di un fulmine con la pistola, creato dalla penna di Elmore Leonard (che di Justified è anche produttore esecutivo). Raylan Givens è interpretato da un attore che gli calza a pennello, Timothy Olyphant, già sceriffo in un’altra apprezzata serie western, Deadwood, capace di dare al personaggio un carisma unico e, allo stesso tempo, un’ironia laconica e impagabile, allontanando il rischio di un nuovo Walker Texas Ranger.

Givens, in Justified, ha un codice morale tutto suo (avverte sempre prima di sparare, ma se spara è per uccidere) e una mira infallibile, a causa dei quali viene costretto dai propri superiori, dopo una sparatoria in pieno sole, a ritornare a lavorare nella sperduta cittadina del Kentucky dove è nato. E proprio l’ambientazione costituisce un altro punto di forza di questa serie, che ritrova nella provincia profonda degli Stati Uniti, devastata dalla crisi, una nuova frontiera, dove ai criminali di lungo corso si mescolano poveri diavoli che tentano di arrangiarsi. Nonostante la scena sia, per ora, del tutto in mano ad Olyphant, è notevole l’attenzione nel disegnare i personaggi secondari, che siano i ricorrenti colleghi di Givens o gli umanissimi cattivi di un singolo episodio. Il tutto impastato con l’accento del sud e i dialoghi ironici e lapidari, mentre la regia gioca con i più noti clichè del genere western, mescolandoli al poliziesco di oggi.

Appena nato e già forte di ottime critiche, Justified appare, per ora, come un procedurale con il caso della settimana, con qualche spunto di trama orizzontale solo accennato, ma grazie alla forza di Raylan Givens e a quest’atmosfera a metà tra McCarthy e i Coen, il telefilm sa già farsi ricordare. Inoltre, può vantare una sigla bellissima, vagamente simile a quella di True Blood, che, di certo, male non fa..