La Madre
2013
La Madre è un film del 2013, diretto da Andrés Muschietti.
Il 2013 si è aperto con due colpi a sorpresa nello scenario dei box office statunitensi. Un primo scossone era stato dato dal balzo fulmineo al primo posto degli incassi di Texas Chainsaw Massacre 3D, il sanguinolento sequel del celeberrimo horror di Tobe Hooper che è riuscito a superare, anche se per soli sette giorni, blockbuster dal botteghino assicurato come Lincoln e Lo Hobbit. Poi è stata la volta di La Madre, lungometraggio d’esordio del giovane regista spagnolo Andrés Muschietti, al vertice delle classifiche a pochi giorni dalla release ufficiale, avvenuta il 18 gennaio, tanto che anche in Italia Universal ha deciso di cavalcarne il successo anticipando l’uscita di agosto a marzo. Il nome di Guillermo del Toro, produttore esecutivo, in bella vista sulla locandina, deve aver sicuramente influito sul risultato, anche se non dispiace ipotizzare un’inversione di tendenza nei gusti del pubblico yankee che ha nuovamente decretato il successo di una pellicola horror.
Non stupisce, comunque, vedere il nome di Del Toro associato a La Madre, una ghost story, sempre in bilico tra tradizione classica e ammodernamento del filone, in cui domina il lato oscuro dell’infanzia, dove si addensano inquietanti paure ataviche e babau nascosti dentro l’armadio. Un mondo fragile, quello dell’infanzia, in cui spesso la presenza degli adulti viene percepita come distante e ostile. Nel caso di La Madre, si potrebbe addirittura parlare di un percorso in fieri da parte di Del Toro produttore, volto a scandagliare i turbamenti infantili attraverso un taglio fiabesco e cupo. Sì, perché La madre ha molto da spartire col precedente Non avere paura del buio (Don’t Be Afraid of the Dark, 2010), tra atmosfere gotiche, una componente psicologica molto accentuata e l’attenzione tutta rivolta alla percezione della realtà da parte di giovanissimi protagonisti i cui incubi diventano un tutt’uno con il loro rapporto con la famiglia.
Tutto ha inizio nel 2008, anno in cui Muschietti, in collaborazione con la sorella Barbara nelle vesti di produttrice, realizza Mamà, un elettrizzante corto della durata di appena tre minuti (lo potete vedere con facilità su YouTube). Il regista ora lo definisce un “esercizio di stile”, ma il suo impatto è stato così forte da impressionare Del Toro al punto da fargli decidere di dare una chance ai due fratelli cineasti in erba e produrgli la versione lunga del film. In La madre, si narra la storia di due sorelle, Victoria e la piccola Lilly, rimaste orfane in circostanze tragiche nel prologo innevato del film, e lasciate in un cottage abbandonato in mezzo ai boschi. Verranno ritrovate cinque anni dopo, regredite a uno stato selvatico, quasi ferino: lo zio Lucas (Nikolaj-Coster Valdau) e la compagna Annabel (Jessica Chastain) ne ottengono la custodia per intercessione del Dottor Dreyfuss, lo psichiatra che le ha in cura.
La figura di Mama, il “mostro” femminile che si scoprirà averle accudite durante il lungo isolamento, prende forma nel corso del racconto: spettro di una folle morta suicida col proprio neonato tra le braccia, si manifesta in tutta la sua aggressività nel momento in cui Annabel, inizialmente indifferente, instaura un legame affettivo con loro, minacciando quindi il suo status di Mater. Un materno/mostruoso che affonda le sue radici nell’archetipo della Grande Madre junghiana, al tempo stesso “amorosa e terribile”. Visivamente affascinante, e impreziosito da un finale tragico e disperato che evoca lontanamente il mito di Salomone, La madre evoca le suggestioni di molto cinema horror recente e passato. Da L’Esorcista a Ringu, nelle movenze pencolanti della spettrale figura di Mama si può intravedere una sorta di compendio del mostruoso visto al cinema negli ultimi quarant’anni.
Il regista e la sorella citano addirittura Modigliani come fonte d’ispirazione, poiché da bambini erano terrorizzati dai suoi dipinti. Questa “madre dall’aldilà”, vendicativa e feroce verso gli adulti, non è frutto della sola computer grafica: dietro al mostro, si cela un attore (paradossalmente, di sesso maschile), l’emaciato Javier Botet già visto in [REC] nei panni della ragazzina demoniaca. Il maggior pregio del film, comunque, va individuato nell’ottima tenuta della tensione, il cui climax coincide con la salita per le scale di Mama, momento intorno a cui è peraltro costruito il corto d’origine. Interessante e intenso il personaggio di Annabel, interpretato dalla sempre brava Jessica Chastain, qui con caschetto nero e tatuaggio sul braccio à la Janine Lindemulder. Bassista in una rock band, si trasforma in amorevole matrigna darkeggiante attraverso un’evoluzione che tocca sentimenti e responsabilità.