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L’amante dell’astronauta

2024
Titolo Originale:
Los amantes astronautas
REGIA:
Marco Berger
CAST:
Pedro (Javier Orán)
Maxi (Lautaro Bettoni)

Il nostro giudizio

Non c’è che una stagione: l’estate
Ennio Flaiano

L’amante dell’astronauta è un film del 2024, diretto da Marco Berger.

L’estate è da sempre al cinema -e non solo- la stagione deputata ai riti di passaggio, alle storie coming of age, forse per questo che dopo l’uscita del bel Ancora un’estate di Catherine Breillat, il film di Marco Berger L’amante dell’astronauta s’inserisce, fin dalle prime scene, tra i titoli più belli al giro di boa dell’anno, come la brezza serale che dona pace al corpo dopo una giornata di calura estiva. Se nell’opera di Catherine Breillat l’amore è tra una donna âgée e l’adolescente figlio adottivo, qui siamo sui lidi queer (ma è riduttivo relegare questa bella rom com al queer): Pedro (Javier Orán) è un ragazzo mezzo argentino e mezzo spagnolo che torna in Argentina per passare l’estate nella casa del cugino e alcuni amici, tra cui Maxi (Lautaro Bettoni), ex compagno di campeggio che Pedro che non ha mai dimenticato. L’omosessualità di Pedro diventa da subito quasi motivo di scherno per gli uomini e di dispiacere per le donne che volevano provarci con lui. Ora, chi scrive qui è nata in Argentina ed è triste constatare che la mentalità da macho non si sia ancora del tutto smussata; d’altronde se l’Argentina è da una parte il paese dove è nato il movimento ‘Non una di meno’ (Ni una menos) dall’altra è sempre la nazione che ha portato mia cugina a trasferirsi in Spagna per il crescente bullismo per il suo orientamento sessuale, e dove il femminicidio tocca percentuali così alte da far sembrare l’Italia un paese matriarcale.

Bettoni e Orán reggono sulle loro spalle una sceneggiatura (sempre di Berger) logorroica e veloce ma non per questo tediosa, pieno di riferimenti cinematografici (da Kubrick a Coppola passando per Tim Burton) in uno spazio, tra i boschi e le spiagge di Villa Gesell (a nord di Mar del Plata), che potrebbe essere fuori dal tempo: nella casa al mare non c’è il wi-fi e il gruppo di amici noleggia DVD per le serate, una scelta narrativa che insieme alle musiche originali di Pedro Irusta sottolineano un’atmosfera estiva di fine anni ’90, tra pomeriggi sonnacchiosi davanti alla tv e insistenti pulsioni sessuali. Maxi dietro l’aspetto da tipico bell’argentino con atteggiamenti a volte ignoranti e maschilisti, nasconde molti dubbi sulla sua sessualità (dubbi sollevati dalle sue ex), e si diverte a provocare vuoi per curiosità personale o semplice interesse l’amico Pedro ma un giorno, perdendo una scommessa, è costretto a dire a tutti gli amici (così come all’ex fidanzata) che lui e Pedro stanno insieme, lasciando così che quel gioco influenzi la realtà e viceversa. L’amante dell’astronauta è un film fatto di corpi al naturale, non perfetti e neanche instagrammabili, ma non per questo meno sensuali e, soprattutto, di dialoghi continui in un botta e risposta serrato tra Pedro e Maxi che finiscono per isolarsi dagli altri per stare sempre insieme. Sono toccati dallo stesso entusiasmo febbricitante che subiscono gli innamorati durante le prime fasi di conoscenza, è come rivedere Prima dell’alba ma traslato al mare, con la differenza che qui c’è una forte tensione erotica formata da sguardi e soprattutto confessioni, domande e risposte, così che il film possa diventare un lungo preliminare per il pubblico.

Ma chi è l’astronauta? Il gay, e qui in una scena tragicomica Pedro e Maxi elencano l’infinita lista di termini con cui gli argentini etichettano gli omosessuali, ma le metafore spaziali sono di certo le più eleganti. I territori da conquistare e lo spazio profondo non sono suggerimenti di titoli per squallidi porno, nell’estate dei due ragazzi di poco più di vent’anni, diventano allusioni a quel campo minato che sono le relazioni umane, sentimentali in particolare. Ogni tanto arrivano delle belle sorprese, ed è questo il caso di L’amante dell’astronauta; Marco Berger, già popolare in Argentina, sbarca per la prima volta nelle sale italiane -col suo decimo film- grazie a Circuito Cinema Distribuzione. Se amate le commedie romantiche questo gioiellino sarà come un bagno di sole, una delle poche promesse che l’estate riuscirà a mantenere prima che arrivi settembre.