M3gan
2022
M3gan è un film del 2023, diretto da Gerard Johnstone.
Il nuovo fenomeno horror ha lunghi capelli castano chiaro e occhioni azzurri così profondi che quasi ci si cade dentro. È Megan – stilizzato in M3gan -, una bambola alta poco più di metro e a prima vista una bambina a tutti gli effetti. Sono lontani i tempi dei suoi predecessori di plastica, di marionette azionate con meccanismi artigianali o rattoppati alla buona. Qui siamo di fronte a una tecnologia talmente futuristica da far paura e proprio questo è l’elemento più terrificante del nuovo gioiello Blumhouse. E’ qualcosa nato per stare al passo con l’uomo e che, in un secondo momento, prende il comando…e non in modo gentile. Intendiamoci, non è la prima volta che il cinema mette in guardia verso il progresso scientifico, ma M3gan ha qualcosa in più, qualcosa di fresco. Cady è una bimba di 8 anni rimasta orfana di entrambi i genitori, vittime di un incidente stradale sulla neve in cui solo lei è sopravvissuta. Dopo essere uscita dall’ospedale viene affidata alla zia Gemma, dipendente di un’azienda che progetta giocattoli di ultima generazione, al passo coi tempi e anche oltre.
La piccola, naturalmente, ha difficoltà a superare il trauma della perdita e Gemma non sembra saperla prendere per il verso giusto. Per sopperire a questa sua mancanza, riprende in mano un progetto, precedentemente cassato dal suo capo, di una bambola super efficiente dotata di fattezze umane e di un alto livello di intelligenza, sia cognitiva che emotiva. Il suo nome è Megan e Gemma ne fa un prototipo a cui poter affidare il benessere della nipote. Il robot diventa a tutti gli effetti un membro della famiglia e Cady sembra beneficiare della sua presenza e delle sue attenzioni. L’intelligenza di Megan, però, va oltre il progetto originario e prenderà fin troppo alla lettera lo scopo per cui è stata creata ovvero proteggere Cady da qualsiasi cosa possa farle del male. Letti i nomi di chi sta dietro all’idea di M3gan ci si può già fare un’idea di ciò a cui si va incontro. Jason Blum trasforma in oro tutto ciò che tocca e James Wan, autore del soggetto nonché produttore, ha già avuto a che fare con bambole assassine nella sua carriera in un modo o nell’altro, da Saw alla marionetta di Dead Silence fino ad arrivare ad Annabelle. Megan è il punto d’arrivo di un’evoluzione personale del regista malese nonché dell’intero filone horror che ha affidato al giocattolo per antonomasia la chiave della paura. La bambola assassina in questione riporta in auge il discorso dell’intelligenza artificiale, dei progressi della scienza, ma anche del pericolo che potrebbero rappresentare nella vita dell’uomo.
Megan diventa il tramite di Cady, custode dei suoi segreti e delle sue emozioni, ciò che Gemma – interpretata da Allison Williams, già vista in Get Out -non riesce a fare. La bambina vede in Megan la figura genitoriale che non ha più e che la zia non riesce a essere. Per la bambola è quindi molto facile introdursi nella vita della famiglia, prendendone completamente il controllo e agendo poi in completa autonomia. Il design di Megan è studiato subdolamente per piacere e farsi accettare, d’altronde è un giocattolo che sta per essere lanciato sul mercato come la rivoluzione più grande dopo l’invenzione dell’automobile. È carina, ben vestita, premurosa…fin troppo, forse. Il film parte e si sviluppa come un dramma familiare per poi far esplodere la tensione verso un finale terrificante, un procedimento narrativo che chi apprezza la Blumhouse conosce bene. Funziona, c’è poco da dire. M3gan non ha nulla di soprannaturale ed è proprio questa la sua forza. Virando verso la fantascienza, ritrova una freschezza che il filone aveva perduto affidandosi esclusivamente al paranormale. Si parla di un sequel e forse in questo caso viene spontaneo da dire: ben venga!