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No Dogs Allowed

2024
REGIA:
Steve Bache
CAST:
Carlo Krammling (Gabo)
Robin Sondermann (Dave)

Il nostro giudizio

No Dogs Allowed è un fim del 2024, diretto da Steve Bache.

Kant una volta si domandò: c’è vero progresso nella Storia? E per progresso intendeva lo sviluppo etico, uno sviluppo che è difficile da misurare in modo preciso se non attraverso i grandi cambiamenti come nella Rivoluzione francese, o nell’abolizione della schiavitù. Difficile rispondere a una domanda in apparenza semplice, in qualche modo – forse – ci prova l’opera prima di Steve Bache No Dogs Allowed, presentato in questi giorni al Tallinn Black Night Film Festival (POFF) nella sezione First Feature, dove fin dalla prima scena sappiamo che il protagonista quindicenne Gabo (un giovane quanto bravissimo Carlo Krammling da tenere d’occhio) è un pedofilo, almeno in quella zona sconosciuta che è l’inconscio, o in una zona liminale dove i pensieri non sono ancora diventati azioni. Molto spesso al cinema, come nella realtà, ci raffiguriamo il pedofilo come un uomo adulto, fatto e finito, quando in realtà queste pulsioni sono già presenti nell’infanzia; se il volto del pedofilo è quello carino, etereo di Krammling che ricorda il giovane protagonista di Benny’s Video e poi il primo Funny Games di Michael Haneke, il lavoro di Bach prende una piega ancora più oscura quanto stimolante da analizzare. Più che vittime in rete Gabo cerca un mentore, forse perché ha già capito che le istituzioni non possono essergli d’aiuto per il suo problema, nonostante da vent’anni la Germania abbia istituito il Progetto Prevenzione Dunkelfeld, dove chi ha tendenze pedofile si autodenuncia e viene seguito da dei terapisti plus farmaci anti-libido.

Gabo decide di avvicinarsi in chat a un uomo sulla quarantina, Dave (Robin Sondermann), un novello Virgilio da incubo che lo porta nei gironi più oscuri del desiderio umano, per imparare – forse – come controllarlo quel desiderio, perché Gabo è innamorato del fratellino di 8 anni del suo migliore amico, e più che giocarci in pubblico e sospirare al pensiero di farci sesso in privato non concretizza. Noi di Nocturno ci siamo già occupati di pedofilia e presto tratteremo l’incesto, ma è incredibile come nel 2024 un film che ha per protagonista un pedofilo, o almeno con tendenze pedofile, venga rifiutato e bannato a priori dai festival più conosciuti. No Dogs Allowed parla in realtà di cosa sia il desiderio umano, di quanto una società cosiddetta civile possa fare il processo ai pensieri e alle intenzioni. Ci siamo dimenticati la brutta fine di Armie Hammer senza avere mai commesso nessun crimine? La società si sta evolvendo oppure per evitare i crimini – che continuano ad aumentare – sta prendendo la forma degna di un racconto di Philip K. Dick? Nicole Kidman in Eyes Wide Shut diceva ‘Se solo voi uomini sapeste’… ma in realtà se gli uni sapessimo degli altri cosa ci passa nella testa nel momento dell’orgasmo, credo che la maggior parte di noi non riuscirebbe più a guardare l’altro in faccia. Un altro tema di No Dogs Allowed è la differenza tra i mostri di fatto e quelli potenziali, tra l’altro il film è tratto da una storia vera, di come Gabo affidandosi allo charme all’esperienza di Dave non si accorga che non c’è mai stata reciprocità, che lui è cibo per i mostri che gli sono sopra nella catena alimentare.

Quando Dave viene arrestato la vita mentale già precaria di Gabo va in frantumi: da potenziale criminale a vittima per poi rischiare di finire lui stesso in galera. Gabo è combattuto dal bisogno di proteggere i desideri suoi e di Dave al mondo, quanto di vendicarsi di chi ha abusato di lui più volte. Incredibile che No Dogs Allowed sia uscito nello stesso anno di Maldoror di Fabrice du Welz; ma se uno è stato presentato ingiustamente Fuori concorso, ancora più vergognoso sapere che questo pregevole film, un’opera che è anche misurata e cesellata nei dialoghi (non sono mai gratuitamente melodrammatici), sia stato completamente snobbato dai festival storici. Invece, No Dogs Allowed ha dovuto aspettare l’Estonia per venire alla luce e questo dimostra di quanto il primo mondo occidentale sia ancora troppo chiuso per affrontare un problema che si nasconde in molte case, dietro le porte dei nostri vicini (ricordate Capturing the Friedmans?). E poi tre figure femminili, il detective, la madre e la sorella di Gabo, tre personaggi granitici tra chi accoglie e respinge, tra chi comprende e giudica. Il lavoro di Steve Bache è incredibile, ci porta in un incubo ma riesce a farci respirare, ci propone una soluzione e allo stesso tempo siamo tutti mangime per una specie più grande di noi, che sia un pedofilo o la giustizia, poco importa… fingete che siamo morti, perché lo siamo.