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Patricia

1980
Titolo Originale:
Patricia
REGIA:
Hubert Frank
CAST:
Anne Parillaud (Patricia Cook)
Sascha Hehn (Harry Miller)
José Luis de Vilallonga (Lord James Cook)

Il nostro giudizio

Patricia è un film del 1980, diretto da Hubert Frank.

Figlia di un ricco industriale deceduto per un infarto, Patrizia resta erede di tutta la sua fortuna. Qualcuno comincia a braccarla e la ragazza fugge attraverso mezzo mondo scortata da un pilota di formula uno, da una cugina lesbica e da altri stravaganti personaggi… Patricia (o Patrizia: è dibattito aperto quale sia la grafia corretta del titolo originale: in Francia è stato distribuito come Patricia un voyage dans l’amour, ma il film batte bandiera tedesco/spagnola) non ha mai trovato la via delle sale in Italia: non ne esiste alcuna edizione home video e non constano passaggi televisivi. Ma anche procurarselo all’estero è tutt’altro che semplice – qui se ne parla sulla base di una vecchia videocassetta ex-rental francese che, tra parentesi, ha tutta l’aria di essere integrale. Eppure, tra gli erotologi, il film è noto, anzi famigerato: quando Anne Parillaud venne messa in luce da Nikita, cominciarono infatti a diffondersi servizi fotografici tratti da Patricia che documentavano il coinvolgimento dell’attrice in una scena di sesso lesbico molto, ma molto spinta.

Alla resa dei conti, non si tratta di bufala, perché la Parillaud (ventenne quando fu girato il film, del 1980) nella performance in questione rasenta pericolosamente il confine superiore del soft, leccando e titillando con inusuale trasporto la sua compagna in Saffo, la biondina teutonica Brigitte Stein. Il che è tanto più notevole in quanto si tratta dell’unica sequenza osée della pellicola, o perlomeno della più insistita (e di durata abnorme, visto che si protrae per quasi cinque minuti). Cosa riservi Patricia, a parte questa eccelsa prelibatezza, è presto detto. Hubert Frank, che, mutatis mutandis, era il Joe D’Amato tedesco, artefice effettivamente di qualche film non male (Vanessa con Olivia Pascal o Gli amori impuri di Melody, sempre a spiccata componente omoerotica femminile), si concede una scorribanda nell’assurdo seguendo le peripezie di una giovane ereditiera che fugge a rotta di collo per tutto il film da tre tipi che la vorrebbero ammazzare per fregarle i soldi.

Il registro di Patricia è brillante, giocoso, scanzonatissimo, fatta salva la sorprendente intrusione lesbo di cui sopra – tipica di una french-version – alla quale bisogna anche aggiungere che la musica di Roland Kovac e la morbida fotografia di Franz Lederle conferiscono una persistenza particolare. Il film nel complesso è un turbillon fumettistico che si esaurisce nell’immagine in sé, insofferente di qualunque logica e autocompiaciuto a tal punto da permettersi vezzi metacinematografici (un’auto che sfonda il manifesto del film stesso). Il protagonista maschile, Sasha Hehn, era un belloccio, doppiatore e volto noto ai telespettatori negli anni Ottanta per avere partecipato a numerosi episodi dell’Ispettore Derrick. La Parillaud continuò per un po’ a mostrare le tette ma così bella e “porca” non lo sarebbe stata più. Peccato.