Per amare Ofelia
1974
Per amare Ofelia è un film del 1974, diretto fa Flavio Mogherini
Per amare Ofelia rappresenta l’esordio cinematografico di Renato Pozzetto, reduce dai successi televisivi in coppia con Cochi. All’inizio degli anni Settanta, i due ricevettero varie proposte per realizzare film in coppia, ad esempio I due frati, che non accettarono, in quanto “poco convincenti”. Molto convincente risultò, invece, la proposta che arrivò al solo Renato per girare Per amare Ofelia con Flavio Mogherini, alla sua seconda regia dopo Anche se volessi lavorare, che faccio? del 1972 e con una lunga e onorevole carriera come scenografo. In un periodo in cui i “colonnelli” della commedia all’italiana si apprestavano a lasciare il proprio testimone a nuovi comici più giovani e al cinema erano iniziati ad apparire volti nuovi che avrebbero sbancato i botteghini negli anni a venire, i produttori si decisero a scommettere su Renato Pozzetto. Nel 1974 uscì nelle sale italiane Per amare Ofelia, e la scommessa fu vinta. Nel film – tratto da una commedia di Jorge Krimer – Renato Pozzetto interpreta Orlando, giovane e benestante pubblicitario trentenne orfano di padre, dal quale ha ereditato una già molto ben avviata azienda. Il protagonista, per molti versi, è un bambino ed è bloccato nei rapporti con le donne. Tutto a causa del suo rapporto morboso ed edipico con la bella madre Federica (interpretata dalla stupenda Françoise Fabian). Orlando la sogna, la spia di nascosto mentre fa la doccia, ed è roso da gelosia verso tutti gli uomini che le ronzano intorno, specialmente l’avvocato Piero (Alberto de Mendoza), che la donna, dal canto suo, asseconda e allo stesso tempo respinge con ambigua dolcezza.
Tutto cambia quando Orlando soccorre Ofelia, una prostituta romana (Giovanna Ralli). La donna, angariata dal pur simpatico lenone Spartaco innamorato di lei (interpretato da Maurizio Arena e doppiato da Ferruccio Amendola), e non avvezza ai modi signorili di Orlando, ne resta quasi subito affascinata al punto da infatuarsi di lui. Ofelia scopre ben presto il blocco psico-sessuale del giovane e cerca in ogni modo di farlo “smammare” («Togliere ‘sta mamma de’ mezzo!»). Dopo vari tentativi andati a vuoto, l’impresa pare a tal punto ardua da indurre Orlando al suicidio, prima di scoprire la verità: Federica non è la sua vera madre! Così, una volta consumato – seppur oniricamente – l’incesto, Orlando si libera e riusce finalmente ad amare Ofelia. Negli anni Settanta cominciava a prendere piede, timidamente, un progressivo processo di “erotizzazione” della commedia all’italiana. Naturale, quindi, che Per amare Ofelia venga inserito dagli storici del cinema e dagli stessi manifesti pubblicitari, nel filone. Ma le – poche – concessioni, neppur tanto volgari, alla commedia erotica furono dovute esclusivamente a fini “produttivi”.
In Per amare Ofelia, infatti, la sfera erotica rientra in un più complesso discorso edipico/psicologico e non vi è alcuna traccia di volgarità gratuita. Vi è, anzi, un tentativo – seppur velato – di critica al mondo romano dell’alta imprenditoria. La regia di Mogherini è particolarmente elegante e garbata, la colonna sonora di Riz Ortolani musicalmente complessa e raffinata. E Renato Pozzetto, surreale e poetico, è dotato di un brio del tutto originale, oltre che di una malinconica simpatia. Il film lanciò in maniera impressionante la carriera cinematografica dell’attore che – con la sua faccia stralunata e le sue battute allo stesso tempo geniali e strampalate – diede vita a un personaggio (o anche a una maschera) che avrebbe poi finito per condizionare – nel bene e nel male – tutta la sua successiva carriera: il bamboccione imbranato in intima distonia con la realtà esterna. Per amare Ofelia ebbe anche il merito di rilanciare la carriera della Ralli che si era da un po’ di tempo impantanata. Enorme successo di pubblico, con più di 1 miliardo di incasso in Italia. Curiosamente, nonostante fosse coprodotto da una casa di produzione francese, il film in Francia non fu mai distribuito.