Pericolosamente vicini
2024
Pericolosamente vicini è un film del 2024, diretto da Andreas Pichler.
5 aprile 2023. Un ragazzo di ventisei anni, Andrea Papi, sta facendo jogging nei boschi che avvolgono Caldes, in Val di Sole, Trentino. Mentre corre viene aggredito da un orso che gli procura orribilmente la morte. O meglio da un’orsa, come si scoprirà poi. È il fatto, l’innesco di tutto, da cui parte il documentario di Andreas Pichler, Pericolosamente vicini che Wanted porta nelle sale italiane come evento per tre giorni, il 26, 27 e 28 agosto 2024. Il metodo è quello dal particolare all’universale: dall’evento tragico la questione si apre a raggiera e va a indagare la complessa vicenda degli orsi in Trentino, realizzando poi un’ulteriore estensione per occuparsi del rapporto tra uomo e natura. Il trapasso di Andrea è la prima morte causata da un animale selvatico in Europa centrale, nella storia recente; da qui si ricostruisce il progetto che, nel corso del tempo, ha portato alla ripopolazione artificiale degli orsi nei boschi trentini. In soldoni: come noto le bestie erano scomparse, gli uomini sono andati a prelevarle dov’erano, nella vicina Slovenia, e le hanno immesse sul territorio. Gli animali, trovandosi bene, hanno iniziato a prosperare e aumentare di numero, sino a sforare il centinaio e quindi causare una serie di problemi: il primo, innegabile, riguarda gli allevatori locali che si vedono pecore e mucche predate dall’orso secondo quella che è una banale legge della natura.
La morte del ragazzo semina dolore e indignazione nella comunità, a partire dai genitori, i quali chiedono l’individuazione di precise responsabilità ovviamente umane. Ma il nodo è gordiano. Il film inizia intervistando gli esperti di orsi, dalla forestale ai veri e propri scienziati, tra cui una sorta di grizzly man herzoghiano che ama gli animali e vuole stare il più vicino possibile, compresa l’osservazione filmata di un orso da vicino mentre mangia, cioè nel momento più delicato. Mentre il Treadwell di Herzog faceva una brutta fine, però, il nostro esperto mantiene il senno ed è qui a raccontarlo. Come sa chi legge i giornali, a seguito della Pasqua 2023 si scatenò la caccia all’orsa JJ4, che in realtà si chiama Gaia, individuata come responsabile della morte, uno dei primi animali immessi, uno dei più selvaggi e meno addomesticabili del mazzo. Da una parte la proposta di abbatterla, dente per dente senza mezzi termini, dall’altra la protesta degli animalisti e la lunga mobilitazione per salvarla. Qui si arriva al cuore del doc, che è appunto il conflitto tra uomo e natura: una lotta umana, sociale, politica. Per gli abitanti le bestie fuori controllo hanno fatto sin troppi danni e gli esemplari pericolosi vanno ammazzati, mentre gli attivisti ricordano che tutto sommato gli orsi c’erano prima di noi…
Insomma, partendo da un errore primario ormai riconosciuto, l’immissione incontrollata, il regista interpella entrambe le parti in causa e riesce a costruire un’opera equilibrata che si abbevera alle opposte fazioni senza dare un giudizio, mettendo sul tavolo un problema difficile e quasi inestricabile. Che poi ci siano gli avvoltoi che banchettano sui fatti, come i politici che fanno campagna elettorale invocando l’eliminazione di massa, è vero ma non cambia una virgola del problema. Da parte sua Andreas Pichler confessa: “Per me il fulcro continua a essere i ranger, profondamente coinvolti nella re-introduzione degli orsi sul territorio e con nobili obiettivi. Lavorano con grande professionalità e ora si trovano tragicamente in mezzo a tutte le fazioni”. Insultati e perfino minacciati un po’ da tutti, i poveracci restano in mezzo al guado… Pericolosamente vicini è in ultimo un film sulla hybris dell’uomo, sulla nostra tracotanza che porta a permettersi qualsiasi cosa, anche un atto letteralmente “contro natura”. È un documentario intelligente su una ferita aperta, di cui si parla anche adesso, in questi giorni. Le immagini che restano nella retina sono però quelle dei boschi, soprattutto ripresi in silenzio, in cui si muovono orsi e altri animali, nelle selve maestose e sterminate che forse andrebbero contemplate così, senza parole, e non manomesse dalla mano umana.